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È caos nei pronto soccorso della Sardegna, le opposizioni: “Speranza mandi gli ispettori”

Le denunce dopo i sopralluoghi negli ospedali: "È un disastro"

Pubblicato:15-02-2022 13:40
Ultimo aggiornamento:15-02-2022 13:40
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CAGLIARI – Pronto soccorso al collasso perché intasati da pazienti Covid -a volte con personale medico “in affitto” senza nessuna specializzazione- e in generale con gravi carenze di operatori sanitari. Risultato, spesso pazienti anche gravi sono sballottati da una parte all’altra della Sardegna anche per ore alla ricerca di un “posto libero”, e in molti territori “è a rischio il diritto alla salute”.

Questa la situazione dei presidi sanitari dell’isola, nell’ennesima denuncia delle opposizioni in Consiglio regionale, e all’indomani dei sopralluoghi effettuati in dodici ospedali dell’isola da una delegazione di consiglieri e parlamentari del centrosinistra e del M5s (tra gli altri, sono stati ispezionati i presidi di Cagliari Sassari, Nuoro, Sorgono, Lanusei, Ozieri, Olbia, Oristano, Ghilarza e San Gavino). Forze di minoranza che, preoccupate per la situazione “sempre più grave”, chiedono ora un intervento deciso del governo.

A breve avremo un incontro con il ministro della Salute, Roberto Speranza– hanno annunciato i rappresentanti delle minoranze, in una conferenza stampa convocata stamane- a cui chiederemo di inviare con urgenza degli ispettori ministeriali”. A fare il punto nel dettaglio è Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd: “La situazione che abbiamo trovato nei sopralluoghi effettuati ieri è quella che abbiamo sempre denunciato, se non più grave. I pronto soccorso periferici sono totalmente inadeguati, privi di personale medico e infermieristico, incapaci quindi di sopportare la spinta del Covid e spesso delle patologie ordinarie“.


Questo, spiega il dem, “comporta un trasferimento dei pazienti negli ospedali maggiori, che chiaramente sono in estrema difficoltà. A Sassari, ad esempio, si è arrivati ad avere fino a 60 pazienti Covid posteggiati in attesa di ricovero, che naturalmente non rientravano nei conteggi ufficiali da trasmettere al ministero. E ieri c’erano una ventina di barelle con tempi d’attesa che superano le 12 ore: ricordo che i pronto soccorso sono la prima barriera che può salvare la vita delle persone”.

Quello che sta succedendo a Oristano, sottolinea Ganau, “è poi clamoroso e osceno: il ricorso a personale medico in affitto che non ha nessuna specializzazione e nessuna professionalità specifica nel tema della medicina d’urgenza, svilisce una battaglia portata avanti per trent’anni”.

Dai sopralluoghi di ieri “emerge una situazione estremamente complicata, a Isili non è garantito il diritto alla salute- ribadisce il capogruppo di Leu, Eugeni Lai-. A breve il ministro Speranza convocherà un incontro con una delegazione di consiglieri di opposizione di ciascun territorio per approfondire le tematiche che denunciamo ormai da mesi: chiederemo l’invio ispettori per verificare se i Livelli essenziali di assistenza vengano rispettati o meno nella nostra isola”. Concetti ribaditi da Daniele Cocco, consigliere di Leu: “A Nuoro i medici che lavorano al pronto soccorso, sottodimensionati del 50%, devono recuperare in media 60 giorni di ferie. Ci si riempie la bocca con la storia degli ‘eroi’, ma non si fa nulla per trovare soluzioni. Oltre all’intervento di Speranza, chiederemo, subito dopo la finanziaria, l’audizione urgente in commissione Salute della direttrice dell’Ares”.

Gravissima anche la situazione a Olbia, nel racconto del capogruppo del M5s, Roberto Li Gioi: “Abbiamo trovato letteralmente una situazione ‘da guerra’, 20 pazienti nelle barelle che si lamentavano, medici e infermieri stremati dai turni che si muovevano come automi. Una situazione chiaramente disperata e fuori legge”.

Per Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, “sta passando l’idea che ci siano tante piccole crisi territoriali, non è così: qui siamo di fronte a un ‘caso Sardegna‘, unica Regione d’Italia che non può contare sulla vicinanza di altre Regioni su cui appoggiarsi in caso di crisi, quindi obbligata a farcela con le proprie forze. Non siamo in un sistema di compartimenti stagni, ma in un sistema di vasi comunicanti: la crisi dei pronto soccorso di Nuoro e Oristano, si traduce in una crisi delle medicine degli ospedali di Cagliari”.

Avere i reparti del Brotzu e del Policlinico strapieni di positivi, “fa sì che questi ospedali non possano curare degnamente i pazienti acuti di tutta la Sardegna”, spiega il capogruppo. Quindi la denuncia sulla rete ospedaliera: “Soltanto nella Città metropolitana di Cagliari ci sono 200 posti letto in meno rispetto a quelli previsti: con la pandemia questa situazione è insostenibile”.

C’è poi un problema rispetto all’accreditamento dei raparti Covid, spiega Giuseppe Meloni, Pd: “A Olbia è stato predisposto un reparto Covid che ha tolto posti letto ad altri reparti, ancora non accreditato, e quindi sostanzialmente inutile. Riceve pazienti Covid che non possono essere trattati con le terapie antivirali e i monoclonali, è una situazione assurda”. Per Desirè Manca, esponente del M5s, “la situazione degli ospedali sardi peggiora di giorno in giorno, nell’immobilismo della Regione. Il presidio di Sassari è ‘soffocato’ dai pazienti che giungono da altri territori, sta curando un numero di persone che non è in grado di sopportare, con tutte le conseguenze che possiamo immaginare. Interi reparti vengono chiusi per l’emergenza Covid, con le liste d’attesa che si allungano ulteriormente. La nostra battaglia non si fermerà fino a quando non verranno trovate soluzioni”. Quali? “Ad esempio non è stato fatto nulla per scorrere le graduatorie degli infermieri- spiega Ganau-. E non sono state fatte tutte le stabilizzazioni dei medici. Cosa aspetta la giunta? Le criticità principali sono legate proprio alla carenza di personale, ma il primo atto di questo esecutivo è stato quello di bloccare tutti i concorsi sulla sanità predisposti dalla precedente giunta”.

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