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Le sfide per il diritto in un futuro digitale, l’evento di D&L Net

Come districarsi tra le tante informazioni che si trovano sul web e la gestione della memoria digitale: l'evento targato D&L net ora si può rivedere online

Pubblicato:15-02-2022 11:17
Ultimo aggiornamento:15-02-2022 11:34
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ROMA – La tecnologia ci semplifica la vita e può perfino migliorarla, allargandone gli orizzonti. Il fatto è che tutti gli strumenti e le tecnologie a nostra disposizione hanno bisogno principalmente di una cosa per funzionare: i nostri dati. Proprio la corretta gestione dei dati e della memoria digitale sono stati tra i temi al centro dell’evento ‘Evoluzioni e involuzioni del diritto applicato all’informatica’ organizzato da Digital & Law e targato D&L Net, il network professionale fondato dall’Avv. Andrea Lisi che si è svolto venerdì 11 febbraio in streaming. È stata un’occasione per approfondire, insieme ai professionisti del D&L NET e con un approccio multidisciplinare, il diritto applicato all’informatica, ancora percepito come una novità nel nostro Paese.

–> RIVEDI L’EVENTO ONLINE su DIGEAT +, la piattaforma eventi di Digital&Law

Dopo i saluti istituzionali della dottoressa Caterina Flick, dirigente degli Uffici Affari Legali di AgID, e le introduzioni dell’avvocato Andrea Lisi e del professor Giuseppe Pirlo, docente in Sistemi di elaborazione delle informazioni presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari, si è svolto il primo panel dal titolo ‘Cosa rimane della memoria digitale‘. Una sfida non certo semplice se pensiamo alla quantità dei dati che già oggi viene prodotta e che sempre di più verrà prodotta in futuro. “L’archivio dovrebbe essere baluardo della democrazia, così ha detto Barack Obama nel suo primo discorso di insediamento del 2009- ha affermato l’avvocato Andrea Lisi in apertura dell’evento-. E però questo baluardo di democrazia riesce ad esprimersi faticosamente nei siti web delle PPAA. Stiamo cercando, anche con la normativa tecnica di metadatare, almeno la memoria pubblica, in modo da garantire la fede pubblica. Ma non è detto che questo intento sia perseguibile in un contesto privatistico, fatto di social, fatto di siti web che si creano e autodistruggono in pochi secondi, fatto di deep web… dobbiamo porci il problema di come cercare le informazioni, di come scartarle in maniera affidabile“.
La sessione moderata dall’avvocato Lisi e introdotta dal professor Donato A. Limone, esperto in organizzazioni e digitalizzazioni delle pubbliche amministrazioni, ha visto al centro del confronto le prospettive di tutela e conservazione della memoria digitale e l’analisi dello stato dell’arte degli archivi digitali e della loro evoluzione (o involuzione) con riguardo agli strumenti normativi e operativi del settore. “Se non vogliamo perderci e perdere dati utili dobbiamo imparare a catalogare– ha evidenziato la professoressa Federica Formiga, docente presso l’Università di Verona in Storia del libro- per evitare il deserto digitale bisogna pianificare e ordinare i dati e quindi la nostra memoria”.C’è stato anche spazio per analizzare lo stato dell’arte degli archivi digitali e degli strumenti normativi e operativi che dovrebbero garantire al patrimonio informativo, pubblico e privato, durata e immutabilità nel tempo, senza tralasciare il nodo della verifica delle fonti, alla base del problema della circolazione delle fake news dilaganti nel web, la cui autenticità è minacciata anche dalla mancata tutela del diritto d’autore.
La seconda sessione dal titolo ‘Frontiere dell’IA’ ha avuto un’apertura d’eccezione, con l’introduzione di Francesco Pizzetti, professore emerito di Diritto costituzionale presso l’Università di Torino e docente di Diritto costituzionale presso la Luiss-Roma, che ha dichiarato: “Inevitabilmente queste tecnologie, come visto in pandemia, riducono il libero arbitrio, danno degli output affinché rispettando le loro indicazioni si raggiungano risultati positivi o si evitino risultati negativi; quindi, trasformano la responsabilità di scegliere nell’obbligo di obbedire alle norme, si può parlare di responsabilità di tenere atteggiamenti conformi alle norme”.
Dal confronto è emerso come sarà la qualità delle scelte che dovremmo compiere a determinare il tipo di società in cui andremo ad abitare. Dobbiamo conoscere per poter scegliere, utilizzando gli strumenti con consapevolezza. Le soluzioni tecnologiche ci sono, ma non ci possiamo affidare completamente alle tecnologie abdicando al nostro ruolo; in tutti i ruoli: dalla cura del paziente alla lotta contro il fenomeno delle fake news.

Guardando al quadro normativo le cose non migliorano, come è chiaramente emerso dal terzo panel dal titolo ‘I nuovi scenari della blockchain e degli smart contract’, moderato dall’avvocato Fulvio Sarzana, professore straordinario di Giurisprudenza presso Uninettuno, che ha aperto il confronto dichiarando “nel mondo virtuale c’è sempre chi userà le tecnologie per il bene e chi per il male. Ma questo non è un motivo per averne paura”. I contratti intelligenti che sfruttano il sistema blockchain si muovono in un contesto normativo che, al momento, non sempre sembra procedere sulla stessa lunghezza d’onda del progresso tecnologico.
Quanto vale un’opera d’arte in Nft? Quali sono i limiti e i problemi dei nuovi scenari aperti dalla blockchain? Quali le opportunità e le applicazioni pratiche? Come si pignorano dei beni crypto? Tante le domande e i temi emersi anche durante l’ultimo panel su ‘IoT, robotica e privacy’ moderato dall’Avv. Luca Bolognini, presidente dell’Istituto italiano per la privacy e la valorizzazione dei dati. “L’introduzione di queste tecnologie sta creando non pochi problemi etici e giuridici: le normative eccessivamente rigide potrebbero soffocare l’innovazione, ma nello stesso tempo la mancanza di chiarezza giuridica lascerebbe gli operatori nel buio” ha dichiarato all’apertura dei lavori il professor Michele Iaselli, docente di informatica giuridica presso l’Università di Cassino e di diritto digitale e tutela dei dati presso l’Università Luiss Guido Carli. Se ci interroghiamo sui soggetti terzi che raccolgono i nostri dati condivisi da un contapassi, immaginate quali interrogativi possono sorgere in una società in cui le tecnologie dell’IoT e la robotica sono pienamente integrate. Cosa succede, per esempio, se un pedone viene investito da un’auto senza pilota? Chi è il responsabile? Se un robot chirurgo che ci opera commette un errore lasciandoci con un danno permanente, a chi ci rivolgiamo? Se durante una festa nella nostra nuova casa nel metaverso si consuma un reato, che succede? Scenari che sembrano distopici quando in realtà sono già parte dei nostri tempi e proprio per questo dobbiamo comprenderli per riuscire a integrarli nella società. Il rapporto uomo-macchina sta diventando sempre più complesso e oltre alla conseguenza di carattere giuridico si pone anche un problema di identità.


Ha chiuso i lavori di quest’ultima sessione la professoressa Lucilla Gatt, docente in Diritto delle nuove tecnologie (Cattedra Jean Monnet): “C’è un filo rosso tra i diversi e i variegati interventi dei relatori di questa sessione: la consapevolezza comune nell’importanza del dato normativo nel rapporto tra diritto e tecnologia. C’è una fiducia robusta nel fatto che sia opportuno e necessario procedere a regolamentare lo sviluppo tecnologico, c’è fiducia abbastanza salda per il Gdpr di far fronte al problema della disciplina dei dati e del trattamento di questi ultimi in maniera conforme alle esigenze di protezione degli individui”.

L’evento, ideato e organizzato da Digital & Law, è patrocinato da: AgID, AICA, ANAI, Anorc, CDTI Roma, CGT, ClubTi Milano, Clusit, CNA Professioni, CoLAP, Galileo, Privacy Italia, Protech, SIT, SOS Archivi, Themis.

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