NUOVO LOCKDOWN? LA PROPOSTA DI RICCIARDI PIACE A POCHI
Torna in campo l’ipotesi di un lockdown totale. È Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, a sostenere la necessità di chiudere tutto, scuole comprese. Fermare l’Italia per un periodo da due a quattro settimane, per arginare le nuove varianti del covid. Un’idea che a Matteo Salvini non piace per niente. “Prima di terrorizzare gli italiani- attacca il segretario della Lega- Ricciardi parli con Draghi”. “Proposta surreale”, dice Giorgia Meloni. Altolà anche dal direttore scientifico dello Spallanzani, Francesco Vaia: “Un lockdown totale secondo me non serve- ha detto quest’ultimo- la scienza non usi le varianti come clava politica”. “Ricciardi ha ragione, serve un lockdown totale”, ribatte invece il virologo dell’ospedale Galeazzi di Milano Fabrizio Pregliasco.
STOP ALLO SCI, PRIMO OSTACOLO PER IL GOVERNO DRAGHI
Gli impianti sciistici restano chiusi. Ecco il primo ostacolo per il governo Draghi, travolto dall’ira dei governatori e degli operatori del settore che erano pronti a riaprire da oggi. L’ordinanza firmata ieri dal ministro Speranza, che ha prorogato la chiusura delle piste anche in zona gialla fino al 5 marzo, ha scatenato il putiferio. Uno stop “inaccettabile” secondo il presidente delle regioni Stefano Bonaccini. Il nuovo governo “ascolti il grido di dolore delle imprese sciistiche”, chiede Antono Tajani. La chiusura degli impianti, sostiene la Coldiretti, è destinata ad avere effetti sull’intera economia del turismo invernale che ha un valore stimato prima tra i 10 e i 12 miliardi di euro all’anno.
FIDUCIA AL GOVERNO, PER DRAGHI MAGGIORANZA LARGHISSIMA
Per Mario Draghi si profila uno dei sostegni parlamentari più ampi della storia repubblicana. Tra mercoledì e giovedì sarà votata la fiducia alle Camere con l’unica eccezione del partito di Giorgia Meloni, più alcuni dissidenti M5s e una parte della Sinistra italiana. I no al nuovo governo difficilmente supereranno quota 50 alla Camera e quota 30 al Senato. La nuova maggioranza, dalla destra di Matteo Salvini alla sinistra di Pd e Leu, sarà quindi chiamata nelle prossime settimane ad appoggiare le scelte decisive del governo su pandemia e Recovery fund. Il premier in queste ore sta mettendo a punto il programma su cui chiederà la fiducia. Tra le priorità la campagna vaccinale, la scuola, il lavoro. Occorre inoltre riscrivere il decreto ristori alla luce delle nuove più stringenti misure anti-Covid.
FRATOIANNI DIRÀ NO, CRESCE L’OPPOSIZIONE A DRAGHI
Dopo il no di Giorgia Meloni, il fronte dell’opposizione a Mario Draghi si allarga. Sinistra italiana ha deciso di non votare la fiducia al nuovo esecutivo. Per il segretario Nicola Fratoianni “questo governo è un pasticcio spostato a destra”. Loredana De Petris e Erasmo Palazzotto però si dissociano, entrambi voteranno la fiducia. Con Fratoianni si schierano le ex grilline Paola Nugnes ed Elena Fattori, che voteranno no. Il governo è “ostaggio della sinistra”, dice Meloni dall’altra parte della barricata. Crescono intanto i delusi nel Movimento cinque stelle: a guidarli è Nicola Morra, a cui si accodano Barbara Lezzi, Margherita Corrado, Bianca Laura Granato e altri. A loro si rivolge Davide Casaleggio: “Auspico l’astensione per chi si sente a disagio”.