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Rimini, due candidati sindaco del Pd: il partito chiede un passo indietro

Jamil Sadegholvaad ed Emma Petitti sono i due nomi dem in lizza per amministrare la città, ma c'è timore che le primarie diventino uno "scontro fratricida"

Pubblicato:15-02-2021 14:46
Ultimo aggiornamento:15-02-2021 14:50
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rimini corte
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di Angela Sannai e Cristiano Somaschini

RIMINI – Quando niente e quadro troppo. A Rimini si deve tornare a votare per eleggere il sindaco e se nel centrodestra non c’è ancora il nome del candidato, in casa Pd ce ne sono due. Ma ecco che il partito chiede “un passo indietro a entrambi”. Cioè di congelare tutto. Perché? Per evitare le primarie, considerate un pericolo in un partito già parecchio agitato. E così l’abbondanza diventa ‘problema’, tanto che sulle pagine di oggi de ‘Il Corriere di Romagna’ e ‘il Resto del Carlino’, il segretario comunale del Pd Alberto Vanni Lazzari lancia un appello all’unità. E chiede appunto ai due pretendenti alla fascia tricolore, Jamil Sadegholvaad ed Emma Petitti il classico ‘passo indietro’ perché “trovare unità su uno dei due nomi non sembra politicamente possibile”.

Da subito al lavoro per una scelta condivisa il segretario provinciale dem Filippo Sacchetti, che anche ieri ha ribadito come il partito “ha costruito in questi mesi un programma solido” che sta per condividere con la coalizione, tutta riunita allo stesso tavolo. Non era scontato”. Dunque la volontà è mondare segnali di unità e condivisione. Come fatto da gran parte della base e dei circoli che spingono per un candidato di coalizione. Sacchetti è “convinto che possiamo farcela se la guida delle scelte è Rimini, sono le cose giuste da fare, per migliorare la vita dei cittadini”.


Gli ‘inconciliabili’ protagonisti sono dunque l’attuale assessore comunale Jamil Sadegholvaad e la presidente dell’Assemblea legislativa regionale Emma Petitti. Lui, che ha annunciato la corsa qualche settimana fa, ha fatto due mandati nella giunta di Andrea Gnassi e sarebbe il nome “di continuità”. Ha un negozio in città, e quindi considerato vicino al mondo produttivo cittadino. Petitti, che invece ha anticipato la sua intenzione di candidarsi già a novembre scorso, agitando le liste civiche che appoggiano il centro sinistra, da presidente dell’assise di Viale Aldo Moro, è l’unica figura riminese “graduata” sugli scranni del capoluogo, dato che in giunta un riminese non c’è. Ha comunque già l’appoggio di molte donne: in 90 la settimana scorsa hanno firmato un appello perché sia la candidata a primo cittadino. Insomma, se l’unica via sembrano le primarie, c’è paura che ne nasca un “scontro fratricida” per usare le parole del presidente della Provincia di Rimini, Riziero Santi.

Per evitare la conta e lo scontro, sia interno che a livello di coalizione, sui due nomi che già vedono “tifoserie” schierate, sarebbe stato chiesto un intervento anche del segretario regionale Paolo Calvano. Intanto la mossa di Lazzari che avrebbe già visto i due contendenti “fermarsi” per un confronto “per trovare un candidato unitario”. Sarebbe già stato organizzato un faccia a faccia tra i due, da fare in settimana, per vedere di trovare una soluzione e Lazzari avrebbe già ottenuto l’ok sia da Sadegholvaad, sia da Petitti: “Il senso di responsabilità è la priorità espressa da entrambi”, assicura.

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