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Centrafrica, escalation di attacchi ai civili nel Nord-Ovest

E' record di sfollati: oltre 1 milione

Pubblicato:15-02-2018 15:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:29

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ROMA – Nelle ultime settimane sono ripresi gli scontri tra il Movimento nazionale per la liberazione del Centrafrica (National Movement for the Liberation of the Central African Republic – Mnlc), e il gruppo Rivoluzione e giustizia (Revolution and justice group – Jr), che si contendono il controllo della regione nord occidentale, prossima al confine con Ciad. La “fretta” e’ motivata dal fatto che ad aprile comincera’ la stagione delle piogge, e sara’ piu’ difficile spostarsi. I miliziani – raccontano i testimoni, stando alla stampa africana – arrivano nei villaggi a piedi, a bordo di veicoli e addirittura a cavallo, uccidendo e dando alle fiamme tutto cio’ che incontrano: uomini, abitazioni, campi coltivati. Nella cittadina di Paoua al momento ci sono circa 65mila sfollati, che nella fuga non hanno portato nulla: possono contare solo sull’aiuto delle agenzie Onu, che hanno allestito tende attrezzate e distribuiscono cibo e vestiti.
Secondo le nazioni Unite, tra il 2017 e il 2018 gli sfollati interni hanno raggiunto un numero record dallo scoppio della crisi nel 2013: 688.700 persone. Ammonta invece a 542.380 il numero di coloro che sono riusciti a raggiungere gli Stati vicini.

Di Paoua, cittadina un tempo fiorente e crocevia degli scambi, oggi non restano che case bruciate e macerie a causa dei combattimenti tra i gruppi armati locali, Solo i caschi blu di pattuglia della Minusca, la missione Onu nel paese, attraversano oggi le sue strade, per cercare di sventare gli assalti dei guerriglieri.

“Tra il 2015 e il 2016 c’era davvero spazio per l’ottimismo. C’era un nuovo governo e i gruppi armati avevano cominciato a ridurre gli attacchi contro i civili- ha spiegato Lewis Mudge, responsabile per il settore Africa per l’ong Human Rights Watch– Tutto e’ cambiato nel 2017, e adesso stiamo assistendo a una nuova escalation di violenza legata alla crisi del 2013. I gruppi armati sono piu’ decisi che mai a commettere crimini di guerra”, ha concluso.


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