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Il Psd agli alleati: “Lavoriamo per dare senso a questa legislatura”

SAN MARINO - Mentre siede da protagonista al tavolo riformista,

Pubblicato:15-02-2016 13:59
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:58

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san marino_ggiovagnoliSAN MARINO – Mentre siede da protagonista al tavolo riformista, il Psd non intende mollare la partita che sta conducendo con gli alleati di Bene comune per dare al Paese “proposte per uscire dalla crisi e riforme necessarie”. Gerardo Giovagnoli, capogruppo, intervistato dall’Agenzia Dire, rilancia l’impegno suo e del partito per “dare senso il più possibile a questa legislatura”, scansando l’ipotesi di elezioni “fine a se stesse”.

Il Psd ha fortemente voluto il tavolo riformista: oggi cosa è diventato: un tavolo di lavoro per progetti comuni o un laboratorio per una futura coalizione?

Il tavolo riformista è nato come proposta del Psd per superare la frammentazione nel centrosinistra e, attraverso programmi e intenti politici comuni, trovare poi una sintesi, eventualmente anche rispetto a una singolo contenitore che riesca a rappresentare tutta la parte riformista sammarinese e questo continua ad essere. Il lavoro che si sta proseguendo va nella direzione di identificare contenuti comuni attraverso la creazione di quattro gruppi di lavoro assimilabili alle commissioni del Consiglio Grande e Generale per le tematiche affrontate. La coalizione è un’altra partita. Prima si stabilisce quali sono gli elementi che ci legano a livello di grande formazione del centrosinistra, poi si stabilirà quali saranno i partner al fine di creare una coalizione che risolve i problemi del Paese e che dia stabilità. Non mi appassiona il toto coalizione o la classifica di chi escludere da questa possibile coalizione futura.


La Dc ha in agenda a breve una conferenze programmatica da cui potrebbe uscire la lista delle “cose da fare” per l’intera maggioranza, e quindi anche per il suo partito. Cosa, secondo lei, in questa lista dovrebbe apparire e cosa invece potrebbe mettere in difficoltà i rapporti tra alleati?

C’è curiosità ed interesse rispetto ai contenuti della conferenza programmatica del nostro alleato. Ma riteniamo che le proposte di un partito e le decisioni da prendere in coalizione siano due cose distinte, non faccio previsioni sui documenti che saranno presentati. Saremo disponibili ad un confronto su eventuali nuove proposte che possono emergere e sono certo che il lavoro prodotto non metterà in difficoltà i rapporti.

Referendum: si è in attesa della validazione delle firme per il quesito che riguarda il Polo del lusso. La posizione della maggioranza e del suo partito è stata esplicitata più volte. Da che parte crede che staranno i cittadini?

Sono convinto che il progetto del polo della moda abbia molti più punti di forza che di debolezza. Sicuramente una proposta di questa entità e importanza non può non avere elementi critici. Tuttavia, se i maggiori di questi fattori critici sono rappresentati dalla tutela della zona indicata e dall’esigenza di una ricaduta positiva e apprezzabile per tutta la comunità, siamo pronti al confronto pubblico per sostenere le ragioni della proposta e dimostrare che si tratta di un plus valore per il turismo, il commercio, l’occupazione e per le casse pubbliche. Tutti elementi di cui nemmeno se fossimo in un momento normale potremmo ignorare la fondamentale importanza, figuriamoci in un momento di crisi.

La domanda più in voga tra i politici è relativa alla tempistica della caduta del governo. Quanto manca ufficialmente a fine legislatura? Invece, che previsione?

Sicuramente la legislatura non può durare oltre il novembre 2017 (battuta). Essendo parte in causa non faccio previsioni, ma mi impegno assieme al Psd per dare senso il più possibile a questa legislatura, attraverso proposte per uscire dalla crisi e riforme necessarie al Paese. Le elezioni ‘fine a se stesse’ non rappresentano alcun plus valore, soprattutto in mancanza di progetti politici alternativi a questa maggioranza. Vediamo infatti costantemente divaricazioni e frammentazione all’interno dell’opposizione. La debolezza della minoranza non è però una scusa per sedersi e attendere la fine della legislatura, anzi. Proprio in questi mesi sarà indispensabile ridefinire la competitività del sistema e aprirsi maggiormente agli investimenti esteri, produrre una legge di protezione degli investimenti, rendere più chiare e leggibili le norme che regolano residenze, incentivi fiscali, garanzie per lo Stato, nuova cornice del sistema bancario e finanziario in occasione dell’avvio del nuovo corso di Bcsm.

Il sistema bancario sammarinese, da sempre pilastro dell’economia nazionale, in questi anni ha vissuto un forte ridimensionamento e alcune criticità, anche a causa dell’adeguamento ai parametri internazionali. Come vede il suo possibile futuro il Psd?

Ci sono due ordini di ragionamento: il rafforzamento dell’assetto dei crediti e patrimoniale attuale delle banche e l’apertura di attività finanziarie e bancarie nuove con capitali esterni. Sicuramente il sistema nel suo complesso è riuscito a superare una crisi acuta e pesantissima, ripensare a quanto subito dal 2009 al 2011- con il sommarsi di scudo fiscale, indagini giudiziarie, arresti di vertici delle banche e la crisi finanziaria globale- fa ancora impressione. Da allora un grande e meritorio lavoro è stato fatto per dare una cornice trasparente, secondo gli standard internazionali, uscendo da tutte le black list e aderendo molto prima di altri allo scambio automatico di informazioni. Ancora però la bufera non è terminata e rimangono problemi più strutturali. Tra quelli più evidenti vi sono i crediti non performanti totali degli istituti, la loro patrimonializzazione e le prospettive future sulle quali saranno in grado di prosperare di nuovo. Credo sarà necessaria una soluzione di sistema che coinvolga scelte politiche pubbliche forti per depurare le banche dai crediti più difficoltosi, sarà fondamentale l’interazione con Abs, Banca centrale e chiaramente i gruppi consiliari. Anche rispetto alla Cassa di Risparmio l’attenzione è massima ed entro breve si dovrà dare attuazione al corposo ordine del giorno approvato nell’ultima sessione. Siamo soddisfatti per quei contenuti e per il consenso esplicito e per l’astensione di molte forze politiche che hanno colto l’intento nel senso del bene generale e della banca a cui ci siamo in maggioranza riferiti. Ma la vera sfida dell’intero comparto bancario e finanziario è definire ambiti in cui la nostra competitività possa essere riconosciuta anche nel confronto con altre economie, ricordando che il nostro competitore, da questo punto di vista, non è l’Italia, ma i tanti altri Paesi che riescono già ora a richiamare investimenti finanziari dando certezza del diritto, facilità di lettura delle regole, velocità burocratica, poca se non nulla discrezionalità. Credo che se lavoriamo su questi elementi velocemente San Marino possa recuperare in fretta il terreno perduto, ne abbiamo tutte le possibilità.

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