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A Bologna stop a 39 sale da gioco. Aitini: “Missione compiuta”

In città nel 2020 la Polizia locale ha emesso 448 sanzioni legate al gioco d'azzardo e nel frattempo è andato avanti l'iter di applicazione del "distanziometro" che ha portato alla chiusura di 39 attività, delle quali dieci hanno ricorsi ancora pendenti

Pubblicato:15-01-2021 14:14
Ultimo aggiornamento:15-01-2021 14:14

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BOLOGNA – C’è un pacchetto di provvedimenti in standby per i ricorsi presentati dagli esercenti, ma il Comune di Bologna conta di aver portato a termine la missione di far chiudere le sale gioco utilizzando il “distanziometro” che vieta queste attività a meno di 500 metri di distanza dai luoghi sensibili, come scuole e chiese. A circa due anni dall’avvio di questo percorso, il bilancio parla di 39 provvedimenti di chiusura più cinque delocalizzazioni. Restano fuori cinque o sei sale, posizionate in luoghi tali da rispettare la distanza stabilita con legge regionale.

Intanto, nonostante per larga parte dell’anno le attività commerciali siano rimaste chiuse causa Covid, a Bologna nel 2020 la Polizia locale ha emesso 448 sanzioni legate al gioco d’azzardo. Dunque “un numero molto elevato”, sottolinea l’assessore al Commercio e alla Sicurezza, Alberto Aitini, riportando il dato in commissione: “Un lavoro davvero importante, che dimostra ancora una volta quanto per il Comune di Bologna sia davvero una priorità il contrasto al gioco d’azzardo patologico“. Allo stesso tempo, è andato avanti l’iter di applicazione del “distanziometro” e su questo fronte “abbiamo raggiunto l’obiettivo di 39 attività chiuse”, sottolinea l’assessore: “In linea di massima dovrebbero essere chiuse per sempre, bisogna vedere se qualcuna proverà a riaprire quando il Governo lo permetterà”, allentando le restrizioni anti-Covid, “ma non credo che succederà”. Delle 39 sale per cui il Comune ha ordinato lo stop, infatti, molte si sono opposte e dieci ricorsi sono ancora pendenti.

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Molti contenziosi “li abbiamo già vinti, i ricorsi al Tar e le richieste di sospensiva sono state negate- riferisce la dirigente Pierina Martinelli- e ora sono attivi ancora dei ricorsi al Consiglio di Stato, sui quali però non crediamo ci sia un orientamento diverso rispetto a quelli già decisi. Quindi abbiamo un orizzonte che dovrebbe ormai essere abbastanza tranqillo sulla chiusura delle 39 sale”. Poi ci sono cinque attività che hanno ottenuto la proroga a fronte dell’impegno a spostarsi in luoghi non colpiti dal “distanziometro”: causa Covid, man mano le proroghe sono state rinviate dallo scorso aprile al prossimo. Ma nel complesso “l’obiettivo è praticamente raggiunto”, rivendica Aitini, tanto che il prossimo step in programma è quello di una nuova mappatura delle sale presenti in città: servirà a verificare, ad esempio, se l’apertura di nuovi luoghi di aggregazione ha nel frattempo reso fuori norma altre sale. Nel frattempo, “stiamo mandando le lettere ai cosiddetti esercizi non esclusivi, in sostanza bar e tabacchi che hanno gli apparecchi da gioco- riferisce Martinelli- in cui diciamo loro che non possono cedere questi apparecchi e che nel momento in cui finirà la concessione governativa non potranno rinnovarla”. Infine, Palazzo D’Accursio sta procedendo (su suggerimento di Massimo Bugani del M5s) anche nell’adesione al progetto Smart, che consente di controllare a distanza l’attività delle videolottery e quindi il rispetto delle limitazioni di orario. “Abbiamo attivato la procedura con l’Agenzia delle dogane per attivare il servizio”, spiega Aitini. Si può essere “veramente molto soddisfatti dei risultati che abbiamo ottenuto come amministrazione in questi anni su questo tema”, commenta Giulia Di Girolamo, consigliera di fiducia per la legalità del sindaco Virginio Merola.


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