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VIDEO | A Roma 70mila imprese straniere, Cciaa e Roma Tre le premiano

Valgono quasi 10% pil, Tagliavanti: "Contributo prezioso durante la crisi"

Pubblicato:15-01-2020 14:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:51

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ROMA – L’economia come veicolo e mezzo essenziale per l’integrazione nella Capitale. L’imprenditoria non italiana, infatti, è la componente più dinamica del tessuto produttivo di Roma e provincia, con quasi 70mila imprese straniere nella Città Eterna (69.759 al 30 settembre 2019): il 13,9% del totale delle imprese (erano il 12,1% nel 2014). Un dato superiore rispetto al resto del Paese, dove le oltre 600mila imprese non italiane (613.275 al 30 settembre 2019) hanno un incidenza sul totale pari al 10,1%. Una realtà viva e attiva, che vale il 9,5% del Pil del territorio di Roma e provincia e che si alimenta dell’apporto di oltre 150 diverse nazionalità (la più numerosa è quella del Bangladesh), e che oggi è stata celebrata simbolicamente, nella Sala lauree della Scuola di Economia e Studi aziendali dell’Università di Roma Tre, con una conferenza stampa organizzata in occasione della cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione agli imprenditori di nazionalità non italiana ai seminari di ‘Imprenditorialità e gestione di impresa’ realizzati da Cciaa Roma e Università di Roma Tre: a congratularsi e consegnare loro i diplomi, tra gli altri, il presidente della Camera di commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti e il rettore di Roma Tre, Luca Pietromarchi.

LE IMPRESE STRANIERE

La presenza dell’imprenditoria straniera è particolarmente rilevante in alcuni settori tradizionali come il commercio (32,9%), le costruzioni (18%), il noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (12,9%) e le attività di servizi di alloggio e ristorazione (7,1%). Come ha spiegato Tagliavanti, “sempre più spesso gli stranieri scelgono il fare impresa come strumento di affermazione personale e sociale, e il loro contributo è stato particolarmente prezioso durante la crisi economica. L’imprenditoria non italiana è stata, infatti, protagonista, insieme a quella giovanile e femminile, della forte crescita imprenditoriale che ha caratterizzato la nostra città in questi ultimi anni. Per questo, se vogliamo moltiplicare le chance di sviluppo del nostro territorio, dobbiamo valorizzare al meglio il lavoro e l’impresa non italiana”.

E per il presidente “l’Osservatorio sulle imprese romane di nazionalità non italiana della Camera di Commercio di Roma, che opera da tre anni, costituisce un utile strumento in questa direzione”. Negli ultimi anni, ha sottolineato Francesca Faggioni, referente del progetto per Roma Tre, “le imprese straniere hanno manifestato una maggiore vitalità e resilienza alla crisi economica rispetto alle imprese italiane. Tuttavia, il loro cammino sulla via dell’inclusione economica e sociale è ancora lungo e accidentato. Con questo progetto formativo Roma Tre, attraverso il dipartimento di Economia Aziendale, ha inteso offrire il suo contributo per supportare questo percorso, essendo la formazione tecnica per l’imprenditorialità e la gestione di impresa una delle leve principali su cui poggiare il successo del progetto migratorio degli imprenditori stranieri”.


Formazione e trasferimento della cultura di impresa ‘made in Italy’, ha evidenziato Faggioni, “sono azioni che Roma Tre, nel pieno compimento del suo mandato di Terza Missione, ha voluto fortemente realizzare nella prospettiva di contribuire, in un’ottica inclusiva e di rete, alla costruzione di un nuovo capitale sociale per il territorio di Roma e provincia, quale frutto delle relazioni di fiducia tra soggetti e istituzioni locali”.

L’OSSERVATORIO DELLE IMPRESE DI NAZIONALITA’ NON ITALIANA

Strumento principe in questo percorso è, come detto, l‘Osservatorio sulle imprese di nazionalità non italiana: creato dalla Cciaa di Roma – prima Camera di commercio in Italia ad istituirlo – ha come obiettivo principale quello di approfondire la conoscenza, attraverso studi e indagini ad hoc, di questa importante componente dell’economia, non solo territoriale ma anche nazionale, al fine di far emergere modelli ‘vincenti’di gestione di impresa e le difficoltà incontrare nello svolgimento dell’attività imprenditoriale. A tale scopo, l’Osservatorio promuove anche iniziative di formazione e informazione.

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