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Comunali, c’è anche il partito comunista. “In pista per lavoratori, studenti e disoccupati”

[caption id="attachment_31992" align="alignleft" width="300"] Alessandro Mustillo[/caption] ROMA - Si chiama Alessandro Mustillo,

Pubblicato:15-01-2016 16:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:47

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Alessandro Mustillo

ROMA – Si chiama Alessandro Mustillo, ha 26 anni e fa politica da 12. È il candidato del Partito Comunista (quello fondato da Marco Rizzo) che correrà per le elezioni amministrative a Roma previste per giugno prossimo. Un candidato under 30 “anche se non crediamo alla retorica democrat dei giovani in politica”, come egli stesso ha ammesso. Mustillo, già segretario nazionale della Gioventù comunista, ha presentato oggi la sua candidatura nell’ex sezione del Pc Esquilino a via Galilei a Roma, con lo slogan, ‘Non basta un cambio, serve una rivoluzione‘.
Al centro del suo programma, le questioni sociali: dalla casa alla difesa del salario accessorio, alla condizione delle periferie, fino ai trasporti urbani. Netta contrarietà alla candidatura alle olimpiadi di Roma 2024, “che arricchirebbero solo speculatori, corrotti e palazzinari”, e “rifiuto del pagamento del debito pubblico del Comune causato dalla stipulazione di contratti derivati con istituti bancari”. E ancora, revisione del patto di stabilità e delle politiche di compatibilità con i vincoli dell’Unione europea.
Un programma, quello definito dal giovane candidato comunista, “di forte rottura con le precedenti amministrazioni e con quanto portato avanti dal commissario Tronca”.

“Con questa candidatura- spiega Mustillo- noi vogliamo rappresentare i lavoratori, gli studenti e i disoccupati di questa città. Le classi popolari che oggi sono schiacciate dalla crisi, dal piano Tronca e dalla politica che il Pd ha messo in atto in questi anni. Quello che serve a Roma è un candidato e un partito di sinistra che porti avanti politiche di sinistra che quello che è mancato in questa città e tutto quello che il partito democratico non rappresenta più”.
Per quel che riguarda eventuali accordi politici, il Partito Comunista esclude alleanze con altre forze poliche di sinistra, giudicate “subalterne al Pd”. Motivo per cui, durante l’assemblea è stata fortemente criticato l’appello di alcuni esponenti di Sel per un centrosinistra unito alle elezioni.


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