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‘Avatar: La via dell’acqua’, James Cameron conquista ancora e omaggia ‘Titanic’

Tredici anni dopo l'uscita al cinema del primo 'Avatar', il regista ha compiuto un nuovo miracolo

Pubblicato:14-12-2022 09:41
Ultimo aggiornamento:14-12-2022 10:09

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ROMA – James Cameron ce l’ha fatta. Di nuovo. A tredici anni dall’uscita al cinema di ‘Avatar’ torna oggi sul grande schermo con Avatar: La via dell’acqua’ (distribuito da The Walt Disney Company Italia). Ce la farà il regista a superare i risultati del primo film, che non solo ha ottenuto il maggior incasso di tutti i tempi (quasi 3 miliardi di dollari) ma ha anche vinto di tre Premi Oscar? Con un sequel così straordinario, che lascia a bocca aperta, la risposta non può che essere ‘sì’. Dopo anni di avventure sottotono, Cameron compie il miracolo e riporta tutti su Pandora, che tanto è mancata sullo schermo.

Un recap “delle puntate precedenti” per coloro che non hanno visto il primo ‘Avatar’. Gli umani (o “demoni” o “uomini del cielo”, come li definiscono i Na’vi) volevano mettere le mani su Pandora, ma con scarsi risultati. Infatti, sono stati sconfitti dall’ex marine Jake Sully (Sam Worthington), che ha scelto di cambiare vita restando con i nativi Na’vi per amore di Neytiri (Zoe Saldana). All’inizio del sequel, gli umani ci riprovano sotto la guida di Lyle Wainfleet (Matt Gerald), che entra in un avatar per assomigliare a quelli che per lui sono nemici e abbatterli. Ma la sua missione è solo una: catturare Sully, che per lui è un traditore.

La storia – che dopo oltre tre ore si conclude con ‘Nothing Is Lost (You Give Me Strength)’ di The Weeknd (semplicemente perfetta) – è ambientata più di dieci anni dopo gli eventi del primo film. La prima ora è introduttiva e racconta come si è allargata la famiglia Sully composta da Jake e Neytiri. I due hanno cinque figli: tre biologici, Neteyam (Jamie Flatters), Lo’ak (Britain Dalton) e Tuk (Trinity Bliss), e due adottati: un umano, Spider (Jack Champion) e Kiri (Sigourney Weaver, qui con un altro ruolo).  Weaver è apparsa nel primo film nel ruolo della dottoressa Grace Augustine, una donna umana che si schiera dalla parte dei Na’vi e muore durante il conflitto. Qui si parla di famiglia, di quanto si è disposti per proteggerla, a cosa si è disposti ad arrivare per rimanere in vita e dell’importanza della famiglia, che va oltre il concetto di sangue. ‘Avatar 2′ torna ad affrontare anche il tema dell’ambiente, mostrandoci la bellezza dell’oceano, e il tema dell’accettazione: accettare chi è diverso da noi, trasformando la diversità in un punto di forza. Ultimo ma non l’ultimo, la messa in scena dell’eterna battaglia tra buoni e cattivi.


L’OMAGGIO (VOLUTO O NON VOLUTO) DI JAMES CAMERON AL SUO ‘TITANIC’

‘Avatar 2’ torna a far stupire gli occhi e a far battere il cuore. Vederlo è come aprire un libro delle meraviglie (in 3D) così bello da non riuscire a vedere tutto solo con due occhi. Cameron regala scene di una maestosità disarmante, come l’arrivo di una specie di cetacei chiamati ‘tulkun’, le avventure su Pandora, negli abissi dell’oceano e un’emozionante omaggio al suo ‘Titanic’. E lo fa attraverso una catastrofe su un’imbarcazione, che tanto ricorda gli ultimi istanti di Jack (Leonardo DiCaprio) e Rose (Kate Winslet) prima di ritrovarsi nelle gelide acque dell’Atlantico. Dopo due anni di pandemia, il regista fa (ri)scoprire – seppur con tanti (e bellissimi) effetti visiti e una infinita varietà di tecniche avanzatissime – la bellezza di star seduti su una poltrona, con le luci spente, l’odore di pop corn tra emozioni e risate condivise con un gruppo di sconosciuti.

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