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Pera il candidato patriota del centrodestra, ateo devoto a Ratzinger

L'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:14-12-2021 17:20
Ultimo aggiornamento:14-12-2021 17:24

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ROMA – Mentre Matteo Salvini continua a messaggiarsi con gli altri leader politici per trovare il nome giusto per il Quirinale, Giorgia Meloni e i suoi Fratelli d’Italia se la ridono: “Una mossa disperata – spiega una fonte qualificata di FdI – Meloni è al centro del dibattito e lui ha cercato di spostare l’attenzione. Vuole fare il ‘mazziere’ (nel gioco delle carte, chi tiene il mazzo) ma ha rimediato solo una figuraccia, con tutti che gli hanno risposto: Sì vabbè, ne riparliamo dopo la Manovra. FdI lascia fare tutto a Salvini, così si danneggia da solo”.

Ma lui va giù dritto per la sua strada e non demorde, e i suoi fanno sapere che “è interessato ad ascoltare anche i pareri dei presidenti di Anci e Upi, Antonio Decaro e Michele De Pascale, oltre ovviamente alle Regioni rappresentate da Massimiliano Fedriga. Nella giornata di oggi ci saranno sviluppi”. E comunque sono stati “contatti positivi, risposte interessate da parte di tutti, io proseguo nel mio lavoro di unione, ascolto e condivisione. Oggi sento anche i presidenti di Comuni, Province e Regioni per proseguire il percorso di partecipazione, anche se in questi giorni il massimo dell’attenzione, mia e di tutta la Lega, è concentrata sul taglio delle tasse e soprattutto delle bollette di luce e gas, che hanno degli aumenti ormai insostenibili”, ha detto il leader del Carroccio.


E mentre il Pd sta a guardare, in Fratelli d’Italia si ragiona sulla figura del possibile presidente ‘patriota’: “Deve essere un Capo dello Stato che fa prevalere la legge dell’Italia su qualsiasi norma europea – continua il ‘fratello d’Italia’ -, che spinga la magistratura a far rispettare le leggi nazionali agli immigrati, senza rifugiarsi dietro i discorsi della diversità culturale, tutelare i confini nazionali anche fisicamente… Ad esempio bruciando e distruggendo i barconi, non solo quelli che arrivano da noi ma prima che partano”.

Ma il nome? “Renzi ha detto una cosa sacrosanta – spiega il ‘meloniano’ -, stavolta per eleggere il nuovo presidente il boccino lo abbiamo in mano noi, se non facciamo cavolate tocca a noi. Berlusconi alla fine risulterà troppo divisivo, potrebbe offrire un alibi al centrosinistra. Mentre Marcello Pera non solo andrebbe bene a noi e al centrodestra, metterebbe in forte difficoltà il Pd di Letta, che dovrebbe trovare ragioni che non ci sono per dire ‘tu no’, perché Pera è un vero patriota, vuole il bene dell’Italia e non si vergogna delle nostre radici cristiane“.


Per quanto riguarda il professore Marcello Pera, nato politicamente in Forza Italia ed ex presidente del Senato, nelle interviste che ha rilasciato nel tempo traspare un rimpianto: “Mentre una volta avevamo, parlo di quando eravamo i cosiddetti ‘professori’ in Forza Italia, con ex comunisti e anche ex fascisti, degli interlocutori, ossia sapevamo con chi parlare, oggi, in realtà, non c’è più nessuno con cui interloquire. Siamo nelle mani di pochi cialtroni, giornalisti e politici“, affermò. Ritiratosi dalla politica attiva, ma non certo dalla capacità di guardare avanti e anche indietro, Marcello Pera, si legge nelle cronache recenti, ha manifestato simpatie per Matteo Salvini: “La Lega ha fatto dei grandi passi in avanti con Salvini se si pensa che da Lombarda è diventata italiana. Credo che Salvini si stia rendendo conto di alcune cose e che abbia compreso la necessità di appropriarsi, come ho anche scritto, del patrimonio che è stato di Forza Italia e che non era da buttare. L’Europa, ad esempio. Ormai è un elemento dal quale non si può prescindere per cui non ha alcun senso fare l’estremista e chiederne l’uscita. L’Europa ci fa schifo così com’è, ci abbandona ai confini aperti e ci fa diventare il ricettacolo dell’immigrazione, ma l’Europa esiste e io gradirei certo che si dotasse di un esercito proprio, che facesse tutto quello che non fa fingendo di voler fare e, in realtà, voltandosi dall’altra parte e lasciandoci soli. Ecco, credo che Salvini abbia compreso la necessità di riappropriarsi di una parte di quello che era il patrimonio di Forza Italia e di quel club che chiamavamo dei professori dove c’erano ex comunisti come Colletti e Melograni, altri di destra, sicuramente qualcuno anche piuttosto figlio di buona donna, ma gente che aveva uno spessore culturale e politico elevato. Oggi siamo davanti al nulla, non c’è classe dirigente, è un deserto di ignoranza. Fra poco ci sarà l’elezione del presidente della Repubblica. La sinistra ha almeno dieci potenziali candidati, noi chi abbiamo? Glielo dico io, nessuno“, disse Pera a La Gazzetta di Lucca.


Da ateo devoto Marcello Pera è molto vicino a Benedetto XVI, e lo ha sempre difeso nei confronti degli attacchi degli estremisti islamici dopo il suo discorso di Ratisbona, dove lanciò un allarme sull’Islam. Ma non venne ascoltato… “Lei è buono, perché non solo non venne ascoltato, ma persino insultato. Quel discorso – disse Pera intervistato da la Fede quotidiana.it – andrebbe studiato, fu profetico. Venne duramente attaccato dal mondo islamico con violenti proteste e questo era prevedibile. Ma ci fu un vergognoso silenzio da parte di chi conta in Europa, lo lasciarono solo e sconcerta un certo basso profilo della Chiesa cattolica che non lo difese come sarebbe stato giusto. Insomma, Ratzinger non venne tutelato”.


Possibile dialogare con l’Islam? “Occorre farlo, questo sì – spiegò Pera – Però rimanendo fermi nella verità senza rinunciare alle nostre radici e identità, saldi nelle nostre posizioni alle quali poco alla volta pare stiamo rinunciando senza colpo ferire. La ricaduta nel buonismo non serve a niente, anzi tanti islamici lo prendono per paura o sottomissione. Ovviamente non tutti gli islamici sono terroristi e non tutto l’Islam è violento – aggiunse l’ex presidente del Senato -, però dopo gli attentati di Parigi e Bruxelles non ho visto manifestazioni vivaci e reali di sdegno dei cosiddetti musulmani moderati. In poche parole non ho assistito a prese di posizione che facciano ben sperare”.

Il ragionamento di Pera proseguiva così: “L’Occidente, nel nome di una finta e sbagliata tolleranza, rinuncia a difendere i suoi valori e principi e invece dovremmo fare il contrario ed esserne orgogliosi. I musulmani pregano, manifestano la loro fede, noi siamo timidi e assenti. La Chiesa si occupa di trivelle e di ecologia, ma la dottrina si lascia da parte“. Ma, come ha detto il professor Pera, il dibattito è di basso livello, non vede coinvolte persone all’altezza di comprendere. Diceva il nostro amico Stanislaw Jerzy Lec: “Come è difficile provocare un’eco nelle teste vuote!”.

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