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Sofia Goggia: “Basta astio con Brignone. Io ho una testa allucinante, su questo sono la più forte”

Intervista della sciatrice al 'Corriere dello Sport'

Pubblicato:14-12-2021 09:17
Ultimo aggiornamento:14-12-2021 09:17

sofia goggia
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ROMA – Quattro podi consecutivi, tre vittorie, tra Lake Louise e Sankt Moritz, Federica Brignone che le corre di fianco, quasi in un glorioso slalom parallelo delle vittorie. Sofia Goggia, intervistata dal Corriere dello Sport, dice che questa è una stagione difficile perché “quest’estate ero scoppiata mentalmente. Quella è una stagione difficile perché devi chiuderti in palestra e io, che sono maniacale, ho rischiato l’esaurimento. Penso spesso all’inverno e cerco di mettere tanto fieno in cascina, sopportando una mole di lavoro allucinante. Poi, il carico emotivo è pesante, soprattutto perché vado spesso a Verona e sono sempre lontana da casa. Ma so che è la cosa giusta anche per le mie ginocchiette, che sono un po’ vecchiette. Però a un certo punto non ce la facevo più: lunedì e martedì a Verona con Flavio, mercoledì a casa, giovedì e venerdì di nuovo sotto… Marcello è stato fondamentale perché ha capito questo mio “esaurimento” ed è venuto tutti i giorni da Lecco. Così ho staccato un attimo da Verona, anche perché dopo l’infortunio avevo già passato due mesi in quella palestra”.

“Mai mi sarei aspettata di poter fare un trittico di successi a Lake Louise perché a Copper Mountain, in allenamento, le prendevo”. Brignone invece sì: “Non ho mai avuto problemi con lei. È stato un caso pompato dopo la sua uscita infelice a margine della combinata dei Mondiali di Sankt Moritz 2017. Io voglio andare forte per me stessa, poi se vanno forte le altre, tanto meglio. Siamo compagne di squadre e basta. Mi dispiace che ci sia stato tanto astio negli anni. A volte i rapporti umani si inaspriscono, ma se si ha l’intelligenza di andare oltre, è meglio per tutti. Fede ha vinto 17 gare, ma per il potenziale che ha dovrebbe vincerne il doppio, e il discorso vale anche per me e Marta. Tanto di cappello per il record che ha battuto, però Compagnogni ha vinto tre ori olimpici, altrettanti mondiali, poi è di una generazione diversa. Non scherziamo”.

L’obiettivo è vincere anche in gigante: “Lavoro tanto in gigante – continua Goggia – ma soprattutto per dare stabilità alle mie gare veloci. Penso che si sia visto perché domenica, pur andando malino, sono arrivata sesta. Se quando non va bene arrivo sesta, ci si può leccare le dita. Penso di essere più solida interiormente e questo lo si vede anche sugli sci”.


Goggia racconta anche il suo infortunio da “turista”: “Nella sfiga, mi è andata bene”. “Quelle sensazioni mi servono ancora adesso quando non mi sento tanto sicura: mi basta ripensare che ero pronta a buttarmi giù un mese dopo di essermi rotta il piatto tibiale e con tre giorni di sci nelle gambe. Se sono a posto fisicamente, tutto funziona, perché ho una testa allucinante: su questo credo di essere la più forte“.

Come impiega il poco tempo libero? “Suono il piano. In Nordamerica ho portato la ‘magic pianola’, come l’abbiamo soprannominata. Il mio skiman Babi (Barnaba Greppi) non era per nulla contento perché si è aggiunta anche quella al nostro pulmino super carico. Poi ho letto dei libri, ho studiato un po’ di sociologia per il prossimo esame alla Luiss, però sono perfezionista anche lì e non mi sento mai pronta. Comunque, cerco sempre di dare qualità al mio tempo. La vita è fatta anche di quegli attimi in cui fai quello che ti piace“.

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