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L’ospedale Sant’Orsola di Bologna regala un libro a tutti i ricoverati

Saranno 24.000 i titoli a disposizione dei degenti del Policlinico, per un'iniziativa unica in Italia

Pubblicato:14-12-2020 14:24
Ultimo aggiornamento:14-12-2020 14:24
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libri sant'Orsola bologna
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BOLOGNA – Jane Austen, Jack London e Cesare Pavese sono pronti a fare compagnia ai pazienti del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Dall’1 gennaio chiunque sarà ricoverato e dovrà stare in ospedale per più di tre giorni riceverà in regalo un romanzo, potendo scegliere tra tre classici che hanno fatto la storia della lettura. In tutto, la Fondazione Sant’Orsola, grazie al sostegno del gruppo Unipol e di Bper Banca, ha a disposizione ben 24.000 volumi da regalare ai ricoverati. I pazienti potranno scegliere tra ‘Emma’ di Jane Austen, ‘Martin eden’ di Jack London e ‘La casa in collina’ di Cesare Pavese.

L’idea nasce direttamente dai volontari che collaborano con la Fondazione e vuole essere un “segno di accoglienza, che è uno dei motivi fondanti della Fondazione. Regalare un libro, significa non ridurre chi entra in ospedale ad un numero di letto o al nome di una malattia, ma riuscire sempre a dare il giusto rispetto alle persone– dice Giacomo Faldella, presidente della Fondazione- sono sicuro che sarà un gesto compreso da quanti lavorano all’interno del Sant’Orsola e sarà utile per dare continuità tra il ‘dentro’ e il fuori”. Si tratta di un’iniziativa “unica in Italia. È bene regalare dei libri a gente che si presta ad un’avventura ‘fuori dalla norma’, per i pazienti credo che sarà un forte sentimenti di gioia”, commenta Romano Montroni, presidente del consiglio scientifico del Centro per il libro e la lettura. La Fondazione e il Policlinico Sant’Orsola “hanno avuto il coraggio di non abbassare la guardia anche sulla solidarieta’”, commenta l’assessore alla Cultura di Bologna, Matteo Lepore, precisando che il podio raggiunto da Bologna come miglior città per la qualità della vita, secondo il Sole 24 ore è anche grazie ad azioni legate alla cultura, come quest’ultima del Sant’Orsola.

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