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Maestripieri (Aics): “Il futuro della cooperazione è anche con diaspore e profit”

Al Centro congressi della Pontificia università Tommaso d'Aquino, la Terza edizione del Summit nazionale delle diaspore, sostenuto da Aics, con Fondazione Charlemagne e Fondazioni for Africa Burkina Faso

Pubblicato:14-12-2019 15:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:45

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ROMA – “L’incontro del mondo delle comunità delle diaspore con il settore privato, non solo non profit ma anche profit, è uno dei percorsi da immaginare nell’immediato futuro”: così oggi all’agenzia Dire Luca Maestripieri, direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).

L’assunto è che “solo attraverso iniziative che puntino sul capitale umano e soprattutto imprenditoriale dei Paesi di origine si potrà contribuire alla loro crescita economica con ricadute positive” anche sul piano sociale. L’intervista si tiene al Centro congressi della Pontificia università Tommaso d’Aquino, in occasione della Terza edizione del Summit nazionale delle diaspore, un progetto sostenuto da Aics insieme con Fondazione Charlemagne e Fondazioni for Africa Burkina Faso. Rispetto al percorso avviato nel 2016 Maestripieri parla di un bilancio positivo. “Quando cominciammo tre anni fa a radunare le diaspore si trattava di un mondo molto disperso e variegato come sono le comunità migranti presenti nel nostro Paese” sottolinea il direttore.

“L’incontro con il mondo della cooperazione era un po’ una novità per tutti, per loro e anche per noi; adesso vedo che l’appuntamento si è consolidato e stiamo ricercando i risultati concreti dell’azione sviluppata in questi anni, con il coinvolgimento sempre più diretto delle stesse comunità e la possibilità di realizzare progetti in grado di produrre meccanismi di sviluppo nei Paesi di origine”.


Sulle opportunità di dialogo con il settore privato, non profit e profit, Maestripieri cita l’Italia Africa Business Week che si è tenuta a Milano a novembre “con il supporto delle comunità delle diaspore”. L’ultima battuta sul futuro del Summit. “Era stato concepito come momento di aggregazione su fenomeni che erano inizialmente tra loro dispersi” sottolinea Maestripieri. “Andando avanti dobbiamo riflettere su che tipo di valore aggiunto dare al Summit e su quali ricadute concrete ci possiamo aspettare dalle prossime edizioni”.

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