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ROMA – Un piano professioni 4.0, incentivi per l’aggregazione e la formazione professionale e processi evolutivi di innovazione diretti alla semplificazione. Sono le richieste emerse dal dialogo con le istituzioni nell’ambito del X Forum dei giovani professionisti organizzato stamattina all’Hotel Plaza a Roma dalle associazioni dei dottori commercialisti, Ungdcec, degli avvocati, Aiga, e dei notai, Asign, in due tavole rotonde: ‘Sfide e proposte normative per governare il cambiamento’, moderata dal giornalista e conduttore televisivo, Francesco Giorgino, e ‘Tecnologi, tecnocrati o liberi professionisti?’, moderata dalla giornalista Simona D’Alessio.
Un momento di confronto e proposta sulle sfide dell’evoluzione tecnologica e della digitalizzazione e le attuali norme che regolano il mondo delle professioni, in cui il presidente Aiga, Alberto Vermiglio, il presidente Ungdcec, Daniele Virgillito, e il vicepresidente di Asign, Nicola Virgilio, si sono fatti portavoce delle istanze dei lavoratori della conoscenza con alcuni rappresentanti del governo e del Parlamento italiano. Tra i quali: il sottosegretario di Stato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Armando Siri, il sottosegretario al ministero della Giustizia, Vittorio Ferraresi, e Pier Carlo Padoan, già ministro dell’Economia oggi nella V Commissione permanente Bilancio Tesoro e Programmazione della Camera dei Deputati.
“Giovani e giovani professionisti vivono e crescono con problematicità nel nostro Paese- ha dichiarato in apertura Franco Valente, direttore di Confprofessioni- Spesso i loro problemi sono affrontati dagli anziani, per questo ci aspettiamo che siate voi giovani i protagonisti che guideranno il cambiamento”.
“Oggi i giovani commercialisti under 43 sono soltanto 22mila- avverte Virgillito- Dico soltanto perché negli ultimi cinque anni sono diminuiti del 17%. Solo un piano professioni 4.0 può creare una discontinuità positiva, tutelare i giovani e far ritrovare interesse e entusiasmo verso le libere professioni”.
Far parte del cambiamento per guidarlo, quindi, puntando sugli effetti positivi di ricaduta sui processi di sburocratizzazione e semplificazione a vantaggio del cittadino. “La speranza dei giovani professionisti di governare il cambiamento- spiega Virgilio– risiede nella capacità di far sì che i processi evolutivi debbano essere diretti a semplificare la nostra professione, ma anche la vita del cittadino, a partire da una convergenza professionale che dobbiamo andare ad accrescere”.
Un concetto ribadito a più voci. “L’avvocatura in Italia per certi aspetti resta ancora una professione individuale– avverte Vermiglio– poco aperta a guardare ad altre professioni e poco attenta a quello che succede negli altri Paesi”. Una visione obsoleta che, secondo il presidente di Aiga, può trasformarsi solo attraverso le “aggregazioni professionali“.
Rivedere specializzazioni ed esami di abilitazione, aprire un tavolo di confronto nel 2019, spingere sulla digitalizzazione e garantire una maggiore formazione. Queste alcune delle proposte del sottosegretario Ferraresi, che sulla giustizia avverte: “Non si può pretendere dagli avvocati di avere un livello alto se poi la risposta nei tribunali non è di qualità. Dobbiamo dare ossigeno alla giustizia, immettere nuove unità nelle cancellerie, rendere dignitoso il lavoro di tutti gli operatori. Per fare in modo che la giustizia possa migliorare, per gli avvocati, per i cittadini e per i dipendenti, che non sono mai stati ascoltati e spesso sono poco formati”.
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