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Spreco alimentare, domani esce ebook di Andrea Segrè

L'osservatorio sugli sprechi rende noti anche i dati di Natale 2016: gli italiani cominciano a essere più attenti a non sprecare il cibo

Pubblicato:14-12-2016 16:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:25

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(Photo by Roberto Serra / Iguana Press)

ROMA – Si intitola “Spreco alimentare, dal recupero alla prevenzione” ed è l’ultimo ebook di Andrea Segrè. il fondatore del movimento “Spreco zero”, che ha scritto questo saggio a quattro mani con il ricercatore Paolo Azzurro. Il manuale, che esce domani per Fondazione Feltrinelli, ricostruisce come si è arrivati in Italia alla legge 166/2016 sugli sprechi alimentari e diventa testo fondamentale per analizzare i punti di forza della legge e quelli su cui bisogna ancora lavorare per migliorare la normativa. Nel saggio i lettori troveranno anche uno screening delle esperienze e dei progetti più significativi in essere sul territorio nazionale.

ciboA ridosso del Natale 2016, il saggio diventa così pietra miliare per capire cosa si muove in Italia e in Europa sul versante dello spreco alimentare e soprattutto per focalizzare l’attenzione sul vero circolo vizioso: lo spreco domestico del cibo, che incide per ben oltre metà dello spreco complessivo di filiera in Italia e in Europa. Ogni anno, infatti, nella UE-28 vengono gettate via circa 88 milioni di tonnellate di alimenti, pari a circa 173 chilogrammi per persona e al 20% dell’intera produzione alimentare Europea; i costi associati sono pari a circa 143 miliardi di euro, due terzi dei quali sono imputabili agli alimenti gettati a livello domestico, circa 98 miliardi di euro (dati Fusions 2016). Intanto da Waste Watcher arrivano i dati del Natale 2016, che confermano il leitmotiv alla base del saggio di Andrea Segrè e Paolo Azzurro: recuperare è virtuoso, ma prevenire è meglio. Per farlo serve una svolta culturale sul piano dell’educazione alimentare e ambientale.


natale_tavola_feste_pranzoEcco cosa emerge dal sondaggio Waste Watcher sugli italiani e il loro approccio alle feste, che risultano un po’ più sobri e un po’ meno festaioli del passato: secondo i 2/3 degli intervistati (66%) il Natale non è più sinonimo di opulenza e benessere. Ci sono meno aspettative per i regali e più attenzione al cibo buono che è sinonimo di Natale per 1 italiano su 5. Ma c’è anche molta attenzione a non sprecarlo per un intervistato su 4, il 25%. Natale come gioia e piacere? Scende la percentuale degli estimatori della festa, dal 31 al 27%, e aumenta chi considera il Natale un momento di finzione’: uno su 5 degli intervistati. Ma cosa sprecano o cosa ritengono di sprecare gli italiani a Natale? Denaro, soprattutto (44%) e poi cibo (42%). Carta e imballaggi per il 12%.

Le campagne di sensibilizzazione avviate stanno raccogliendo alcuni frutti: il 45% degli italiani vive lo spreco come un “problema”. La percentuale di chi insegna ai figli a non sprecare, in un anno è passato dal 62% al 78%, indice di un’attenzione cresciuta che si vuole tramandare come bagaglio ‘culturale’ alle prossime generazioni. Ma in materia di spreco il dato al quale dobbiamo prestare maggiore attenzione è quello domestico che in Italia rappresenta il 75% circa dello spreco di cibo complessivo. Eppure solo un italiano su 4 riconosce nello spreco domestico la vera voragine, laddove le ‘colpe’ sono date frettolosamente alla distribuzione, alla ristorazione o alla filiera

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