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Il nuovo arcivescovo di Bologna agli studenti: “Occhio al telefonino, non ne siate dipendenti”

BOLOGNA - Meno attenzione al cellulare e più voglia di "sgobbare" nello studio. E' un'esortazione a due voci

Pubblicato:14-12-2015 18:21
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:42

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BOLOGNA – Meno attenzione al cellulare e più voglia di “sgobbare” nello studio. E’ un’esortazione a due voci quella rivolta ai giovani delle scuole bolognesi dall’arcivescovo Matteo Maria Zuppi (guarda il video) e dal dirigente provinciale dell’Ufficio scolastico, Giovanni Schiavone, che stamattina hanno visitato insieme l’istituto paritario San Vicenzo de’ Paoli. Prima di entrare nella scuola, Zuppi invita i giovani ad “avere speranza”, che significa “guardare lontano e costruire qualcosa che ancora non c’è”, questo “credo che i giovani ce l’abbiano dentro e insieme penso che potremo trovarlo”. Anche Papa Francesco dice “non fatevi rubare la speranza”, ricorda il monsignore, ma “noi ce la siamo fatta rubare e non abbiamo neanche fatto la denuncia al commissariato”. E invece la speranza “dobbiamo avercela anche noi”, continua il vescovo: “Forse dobbiamo noi essere un po’ più credibili, dar loro davvero speranza e aiutarli a realizzarla”.

zuppi_schiavonePoco dopo, intervenendo davanti ad un’ultima classe delle superiori, il provveditore Schiavone invita i ragazzi a “sgobbare, perchè ne vale la pena. Ne va della vostra liberà, della vostra autonomia. Voi sapete che più sarete preparati e più sarete liberi di fare delle scelte”. La società “ha bisogno di voi e questa non è demagogia. Questa società- continua Schiavone- ha bisogno di ragazzi e di giovani preparati, con delle competenze e le competenze si acquisiscono sgobbando, non prendendo le cose alla leggera”. E le competenze “non sono solo quelle di matematica, inglese, informatica o italiano. Voi- è l’esortazione di Schiavone- dovete acquisire competenze di cittadinanza attiva. La società ha bisogno di voi, della vostra partecipazione, del vostro coinvolgimento, delle vostre attenzioni nei confronti degli altri”.

Invece, nel “perdere tempo con il cellulare fate del male prima di tutto a voi stessi, oltre che far arrabbiare i professori”, conclude il dirigente dell’Ufficio scolastico. Quando Schiavone dice di “sgobbare” ai ragazzi “credo abbia proprio ragione”, commenta Zuppi: “Se staccassimo un po’ di più i telefonini e attaccassimo di più il disco rigido- afferma il monsignore, indicandosi la testa- ci connetteremmo un po’ meglio e questo vale per tutti, per i ragazzi e per noi”.


Zuppi1Sul tema dei cellulari il vescovo si sofferma anche nel parlare direttamente con gli studenti: “Occhio al telefonino“, dice indicando il registro di classe, visto che tra le motivazioni delle note disciplinari fioccano frasi come “usa il cellulare, beccato col cellulare, s’è messo il cellulare nelle mutande”, scherza il vescovo, strappando una risata ai ragazzi. “Mi raccomando, non siate troppo cellulare-dipendenti” o “compulsivi” nell’uso di questo strumento, conclude Zuppi.

di Maurizio Papa, giornalista

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