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A Montecitorio il presepe del ‘riscatto’ realizzato da un artigiano siciliano vittima di usura

ROMA - Un vero Natale della solidarieta' a Montecitorio.

Pubblicato:14-12-2015 15:00
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:42

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presepe_montecitorio_artistaROMA – Un vero Natale della solidarieta’ a Montecitorio. Il presepe che tradizionalmente viene posto nell’atrio della Camera, accanto all’albero, quest’anno e’ stato realizzato da Bennardo Mario Raimondi, un artigiano siciliano che ha detto ‘no’ al racket dell’usura e che dopo la denuncia si e’ ritrovato in gravi difficolta’ economiche perche’ costretto a chiudere la sua attivita’. Dopo un momento di preghiera, celebrato da monsignor Lorenzo Leuzzi, cappellano della Camera, alla presenza di alcuni parlamentari tra cui Renato Brunetta, Paola Binetti, Pino Pisicchio e il questore Stefano Dambruoso, il presepe e’ stato benedetto.

Boldrini ha spiegato che “il presepe ha un valore particolare perche’ e’ stato fatto da un artigiano vittima dell’usura. Un artigiano- sottolinea- che ha detto ‘no’ e che pero’ oggi e’ in seria difficolta’ perche’ non riesce a sopravvivere. Quindi ci sembrava un gesto importante far vedere che di fatto chi dice ‘no’ non rimane solo. Noi abbiamo voluto ospitare questo presepe alla Camera per incoraggiare l’artigiano ad andare avanti, a non arrendersi, ma chiaramente dobbiamo anche recepire la disperazione di un uomo che dopo aver detto ‘no’ all’usura si e’ trovato da solo. Questo deve far riflettere anche qui, che il luogo dove si fanno le leggi. E’ importante che chi ha il coraggio di tirarsi fuori, abbia poi la possibilita’ di continuare a vivere. Questo signore oggi non ha i mezzi di sostentamento per se’ e la sua famiglia ed e’ costretto a fare delle elemosine per strada. Questo non puo’ essere e mi auguro che da questa iniziativa nasca per lui, che non si e’ dato per vinto. anche un nuovo percorso che no”.

Il signor Raimondi ha ringraziato per il  “gesto di solidarieta’ da parte delle istituzione”, e ha aggiunto: “E’ giusto che ogni artigiano e imprenditore si ribelli al racket all’usura. E’ un dovere morale nostro denunciare le ingiustizie ma e’ anche un nostro diritto avere quel giusto per ricominciare a vivere con dignita’. Voglio solo lavorare, voglio fare fiere insegnare nelle scuole, ovunque ci sia la possibilita’ di un lavoro. Non chiedo altro”.


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