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ROMA – “In Italia, più che nel resto d’Europa, le difficoltà economiche sembrano destinate a perpetuarsi di generazione in generazione: chi è cresciuto in famiglie svantaggiate tende a trovarsi, da adulto, in condizioni finanziarie precarie. Un circolo vizioso che colpisce il 20% degli adulti europei tra i 25 e i 59 anni che, a 14 anni, vivevano in una situazione economica difficile. In Italia, il dato sale al 34%, segno di un’eredità che pesa sul futuro”. È il rapporto della Caritas su povertà ed esclusione sociale in Italia a fare luce su una condizione ‘ereditaria’ della povertà che sembra lasciare poco scampo al nostro paese. Nella settimana in cui cade, il 17 novembre, la Giornata mondiale dei poveri, l’organismo pastorale della Cei per la promozione della carità fa il punto sulla situazione italiana: oggi in una condizione di povertà assoluta si trova il 9,7% della popolazione, praticamente una persona su dieci. Complessivamente si contano 5 milioni 694mila poveri assoluti, per un totale di oltre 2 milioni 217mila famiglie (l’8,4% dei nuclei). La Giornata mondiale dei poveri, celebrata quest’anno per l’ottava volta, è stata istituita da papa Francesco nel 2017 come un momento di riflessione e azione per sensibilizzare la comunità internazionale sul tema della povertà. Si celebra ogni anno la 33esima domenica del Tempo Ordinario del calendario liturgico cattolico, pochi giorni prima della fine dell’anno liturgico.
L’idea di istituirla è nata nel contesto dell’Anno della Misericordia (2015-2016), quando Bergoglio ha espresso la necessità di un impegno costante verso i più bisognosi, non solo da parte della Chiesa, ma dell’intera società. È un invito rivolto a tutte le comunità cristiane e alla società civile a riconoscere la dignità di ogni persona, in particolare di chi vive in condizioni di povertà, emarginazione o sfruttamento. Inoltre, la Chiesa incoraggia le comunità a offrire non solo aiuti materiali, ma anche ascolto, amicizia e sostegno morale, per valorizzare ogni persona e rafforzare i legami sociali. In molti Paesi, questa giornata diventa un’occasione per organizzare iniziative di solidarietà, come distribuzioni di beni essenziali, mense per i poveri, servizi di assistenza sanitaria e momenti di condivisione. Quest’anno, in vista dell’inizio del Giubileo ordinario 2025, il Papa ha scelto come motto il passo del Libro del Siracide: “La preghiera del povero sale fino a Dio” (cfr. Sir 21,5). Questa espressione, che proviene dall’antico autore sacro Ben Sira, diventa immediata e facilmente comprensibile. Il Papa ribadisce che i poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio, che è attento e vicino a ognuno di loro. Dio ascolta la preghiera dei poveri e, davanti alla sofferenza, diventa ‘impaziente’ fino a quando non ha reso loro giustizia. Infatti, attesta ancora il Libro del Siracide, “il giudizio di Dio sarà a favore del povero” (cfr. 21,5). Il Pontefice come di consueto, domenica 17 presiederà la celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro alle 10. Prima, simbolicamente, benedirà 13 chiavi, che rappresentano i 13 Paesi in cui la Famvin homeless alliance (Fha), della Famiglia Vincenziana, con il progetto “13 case” per il Giubileo, costruirà nuove abitazioni per persone disagiate. Tra questi Paesi c’è anche la Siria, le cui 13 case saranno finanziate direttamente dalla Santa Sede come gesto di carità per l’Anno Santo.
A seguire, in aula Paolo VI il Papa pranzerà insieme a 1.300 poveri: organizzato dal dicastero per il Servizio della Carità, il pranzo sarà offerto quest’anno dalla Croce Rossa Italiana. Al termine a ciascuna persona sarà distribuito uno zaino, offerto dai Padri Vincenziani (Congregazione della Missione), contenente dei viveri e dei prodotti per l’igiene personale. “Nel suo messaggio – evidenzia monsignor Rino Fisichella, membro del dicastero per la Dottrina della Fede – papa Francesco invita ciascuno a imparare a pregare per i poveri e a pregare insieme a loro, con umiltà e fiducia. La Giornata mondiale dei Poveri è un’opportunità per prendere coscienza della presenza dei poveri nelle nostre città e comunità e per comprendere le loro necessità. Come sempre, il Papa fa cenno anche ai ‘nuovi poveri’, che sorgono dalla violenza delle guerre, dalla ‘cattiva politica fatta con le armi’, che provoca tante vittime innocenti. Non dimentichiamo, tuttavia, i volontari che nelle nostre città continuano a dedicare grande parte del proprio tempo all’ascolto e al sostegno dei più poveri. Sono volti concreti che, con il loro esempio, ‘danno voce alla risposta di Dio alla preghiera di quanti si rivolgono a Lui’. La Giornata mondiale dei Poveri è anche un’occasione per ricordare ognuno di loro e ringraziare il Signore”.
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