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Il virus che ha cambiato tutto: un viaggio nel mondo post-pandemico

La pandemia di COVID-19 ha lasciato un segno indelebile, trasformando non solo le nostre abitudini quotidiane, ma anche la nostra percezione della salute, del lavoro e delle relazioni

Pubblicato:14-11-2024 10:27
Ultimo aggiornamento:14-11-2024 10:27

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ROMA – Il mondo post-pandemico è un luogo diverso da quello che conoscevamo. La pandemia di COVID-19 ha lasciato un segno indelebile, trasformando non solo le nostre abitudini quotidiane, ma anche la nostra percezione della salute, del lavoro e delle relazioni.

Le conseguenze del Covid-19 si estendono ben oltre la fase acuta dell’infezione. Il “Long Covid” ha rappresentato una sfida significativa per i sistemi sanitari e per la qualità della vita di milioni di persone. E se oggi l’incubo è finito, come confermato dall’OMS, La pandemia ha avuto effetti irreversibili sulla società e sui singoli individui.

Confrontarsi quotidianamente con il rischio di malattia e morte, applicare per mesi il distanziamento sociale, dover riorganizzare la maggior parte delle attività quotidiane. Tutto questo ha avuto un impatto profondo sulla salute mentale.


In particolare, l’isolamento sociale, la paura e l’incertezza hanno avuto effetti devastanti sulla salute mentale dei più giovani. Si è infatti assistito a una crescita significativa di disturbi dell’umore, problemi di sonno e di alimentazione, soprattutto tra le fasce più vulnerabili della popolazione.

Uno studio del 2022, condotto dalla dott.ssa Angelina Sutin della Florida State University su un campione di 7109 persone, ha evidenziato cambiamenti di personalità soprattutto tra gli under 30, con una riduzione di estroversione, coscienziosità e apertura mentale. Questi risultati sottolineano la profondità dei traumi e delle privazioni subite dalle generazioni più giovani. Mentre non sono stati trovati cambiamenti significativi tra gli over 65.

NUOVE ROUTINE, NUOVI MONDI

Il Covid-19 ha accelerato la transizione verso modelli di lavoro e studio a distanza: la tecnologia è diventata un mezzo essenziale per le attività lavorative, l’istruzione e il mantenimento dei contatti sociali. Lo smart working, la didattica a distanza e le restrizioni alla mobilità hanno infatti rivoluzionato le nostre routine.

Inizialmente adottato con cautela, lo smart working si è affermato come una realtà consolidata per molti lavoratori dipendenti e professionisti. Complici la riduzione dei costi per le imprese e il vantaggio per i lavoratori di godere di una maggiore flessibilità e autonomia. Sempre più aziende infatti stanno adottando delle formule ibride.

La didattica a distanza ha rivoluzionato il concetto di istruzione, soprattutto in Italia dove università e scuole online erano poco diffuse fino a qualche anno fa. Oggi le cose stanno cambiando anche sotto questo aspetto, con una crescente offerta di corsi online da parte di atenei in ogni parte d’Italia.

Spostando lo sguardo verso le scuole primarie e secondarie, le cose cambiano. In queste aule la DAD ha certamente posto nuove sfide sia agli studenti che ai docenti, ma alla resa dei conti appare come un esperimento fallito.

Ma la pandemia ha anche modificato profondamente il modo in cui ci intratteniamo, con un aumento esponenziale della fruizione di film in streaming e videogiochi online. Nei mesi in cui la vita sociale era limitata, ad animare le serate sono state le piattaforme di streaming, i social, le giocate sui casino online, e le maratone di videogiochi su PlayStation, Xbox e Nintendo Wii.

Tutte queste fonti di svago e di connessione sociale hanno modificato in modo significativo i nostri ritmi quotidiani, allontanando per qualche ora l’ansia derivante dalla pandemia, producendo però anche effetti negativi. Sì perché se l’impossibilità di uscire di casa ha avuto un’influenza senza precedenti sull’intrattenimento e il tempo libero, portando a nuove forme di interazione e di condivisione di esperienze, ha anche contribuito a un aumento del sedentarismo e dell’isolamento digitale.

LA SOCIETÀ IN BILICO: QUANDO LA COESIONE SOCIALE FA SPAZIO ALLA DISUGUAGLIANZA

All’inizio della pandemia, si è assistito a un’ondata di solidarietà e coesione sociale, animati dall’esperienza condivisa di affrontare un’emergenza globale. Tuttavia, con il protrarsi della crisi, e con la progressiva disillusione verso le misure anti-contagio, la stanchezza e la frustrazione hanno eroso questo senso di unità.

La percezione di un’insufficiente capacità di intervento da parte delle istituzioni, hanno determinato una progressiva perdita della fiducia. Allo stesso tempo la disuguaglianza sociale si è acuita, con un impatto sproporzionato sulle fasce più vulnerabili della popolazione.

Il mondo post-pandemico presenta sfide enormi, ma anche opportunità: imparare dalle lezioni del passato ci permetterà di costruire un futuro più resiliente, equo e sostenibile. Investire nella ricerca scientifica, promuovere la salute mentale, rafforzare i sistemi sanitari e proteggere l’ambiente sono passi fondamentali per affrontare le sfide del futuro.

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