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In Veneto cucciolo di capriolo preso a fucilate

Esemplare di cucciolo di capriolo trovato in condizioni disperate dove la caccia è vietata, il Pd s'arrabbia: è bracconaggio banditesco

Pubblicato:14-11-2022 13:37
Ultimo aggiornamento:21-11-2022 14:39

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VENEZIA – Ha perso una zampa un cucciolo di capriolo che è stato colpito da fucilate venerdì scorso a Monselice, in Veneto. Il povero animale è stato ritrovato da un cane da caccia che ha fiutato la sua presenza: il cucciolo aveva la zampa sinistra collegata al corpo solo da un brandello di pelle. E ora si scatenano le polemiche, dal momento che il ritrovamento si è verificato in una zona del Parco Colli che è interdetta alla caccia.

“C’È UN PROBLEMA DI VIGILANZA”

“Il ritrovamento di un cucciolo di capriolo in condizioni disperate, mutilato da una fucilata e per fortuna messo in salvo dalla segnalazione di un podista, fa emergere in maniera traumatica il fenomeno del bracconaggio anche all’interno del Parco Colli, dove la caccia è vietata”. A puntare l’indice è il consigliere regionale del Partito democratico, Andrea Zanoni, in merito a quanto accaduto lo scorso venerdì a Monselice. E aggiunge: “Un podista stava percorrendo i sentieri di cava della Costa, alle pendici del Monte Ricco, quando il suo cane ha fiutato la presenza di un cucciolo di capriolo, ritrovato con la zampa sinistra collegata al corpo solo da un brandello di pelle”. Per Zanoni, “c’è un grosso problema di vigilanza, a livelli praticamente nulli: in pratica un tappeto rosso steso a beneficio dei bracconieri. Sono poi troppe le persone autorizzate a girare con i fucili in questo parco regionale con la scusa della presenza dei cinghiali”.

IL CONSIGLIERE REGIONALE ZANONI: SANZIONARE PENALMENTE IL BRACCONAGGIO BANDITESCO, E METTETE LE FOTO-TRAPPOLE

Quello che accaduto è un gravissimo atto di bracconaggio sanzionato penalmente- evidenzia il consigliere in una nota- un comportamento banditesco da stroncare con severità e non da consentire lasciando sguarnito ogni presidio di vigilanza. La Regione provveda subito a far installare delle foto-trappole e ad incentivare la vigilanza venatoria: il Parco Colli non può diventare una riserva di caccia dove il bracconaggio dilaga”, conclude Zanoni.


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