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Per Bankitalia in Valle d’Aosta la pandemia ha colpito di più e più a lungo

Pubblicato:14-11-2021 13:12
Ultimo aggiornamento:14-11-2021 13:13
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(DIRE – Notiziario Sanità e Politiche sociali) Aosta, 14 nov. – La pandemia di Covid-19 “ha colpito molto di più e più a lungo” la Valle d’Aosta rispetto al resto d’Italia. Lo sostiene la filiale di Aosta della Banca d’Italia per voce del suo responsabile, Simone D’Inverno, che ha parlato presentando i dati congiunturali dei primi nove mesi del 2021. “Il 2 maggio eravamo l’unica regione d’Italia in ‘zona rossa’- ricorda D’Inverno- e siamo diventati ‘bianchi’ il 28 giugno, quando la stagione estiva era già partita quasi dappertutto. Nonostante questo, la stagione estiva è andata molto bene, la ripresa c’è stata e c’è e non solo, ha mostrato un rafforzamento nel terzo trimestre. Oggi la percezione è ancora improntata all’ottimismo”. Uno dei talloni d’Achille che si sono manifestati durante il confinamento domestico della primavera 2020 e nelle successive restrizioni per contenere il contagio è la qualità della banda larga in Valle. “La regione sembra in ritardo rispetto al resto Paese, che è già in ritardo rispetto all’Europa. Ma parliamo di un territorio tutto montano. Mi rendo conto che la connessione in Valgrisenche, o in Valsavarenche, o in val di Rhêmes non sia la stessa di Milano”. Per questo, secondo D’Inverno occorre confrontare “insediamenti più simili a quelli delle aree vicine, come possono essere Verrès o Pont-Saint-Martin, in cui ci siamo, i dati sono confrontabili”. È più difficile la situazione “in altre aree in cui c’è grande dispersione, dove è molto difficile pensare a una connettività pari alle aree metropolitane o alla Pianura Padana”. Anche l’economia locale è diversa da quella del resto d’Italia. “Il contributo dei diversi settori è diverso rispetto al resto d’Italia. L’industria cede il passo al terziario, e nel terziario è notevolissimo l’impatto del turismo, che con l’indotto di trasporti e commercio dà vita a un’economia che risente di più degli effetti della pandemia”. Per questo “serve molta cautela perché le incertezze ci sono”. Le incognite? “Le fiammate inflazionistiche, non solo per l’energia. Le strozzature nella logistica”. Infine, la manodopera: “Faccio notare l’ultimo fattore che annuvola un po’ l’orizzonte in un cielo che resta sereno: la difficoltà a reperire personale, non solo specializzata. È una difficoltà legata al prolungamento delle restrizioni in Valle, le persone che venivano da fuori nel frattempo hanno trovato lavoro nelle loro regioni d’origine”.

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