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Torna lo spettro delle tangenti: Milano trema (e anche la politica nazionale)

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia di Stampa Dire, per Direoggi | Edizione del 14 novembre 2019

Pubblicato:14-11-2019 16:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:36

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ROMA – L’arresto per tangenti dell’ex europarlamentare di Forza Italia, Lara Comi, è arrivato come una mazzata. A quanto si apprende, questo il timore di varie fonti, è che la macchina giudiziaria non si fermerà e ci saranno altri sviluppi. E a livello nazionale tutto il mondo politico se lo aspetta, Lega inclusa.

Tutto succede in un quadro di confusione e di estrema emergenza. Non solo il destino dell’ex Ilva, ma pure Venezia finita sott’acqua con tutte le polemiche sul progetto Mose. Costato tantissimo e inutile. Il premier Giuseppe Conte ha subito stanziato qualche soldo per i veneziani e le loro imprese colpite e affondate. Stasera il Consiglio dei ministri deciderà sullo stato di calamità e sui fondi da stanziare.

Intanto è velenosa polemica sull’ex Ilva. Il faccia a faccia con l’azienda, forse, ci sarà domani. Ma i dirigenti i ArcelorMittal hanno subito smentito le voci su un loro possibile passo indietro, anzi, hanno ribadito di voler andar via. A livello di maggioranza di governo domina lo scontro, sotto traccia ma molto duro, tra Pd e Italia Viva di Matteo Renzi.


Non è andata giù la volontà dichiarata da Renzi di voler annientare i Dem in 3 anni. Oggi gli ha risposto a muso duro il segretario Nicola Zingaretti, sottolineando che il suo programma sarà fatto fallire. Clima teso che si ripercuoterà anche nel mega-vertice organizzato da Conte stasera per il punto sulla manovra e sulle altre urgenze.

Sarà lite, perché non c’è un comune sentire e ognuno pensa di più ai guai che ha in casa propria. A partire dal Movimento 5 stelle che non riesce neppure ad eleggere il capogruppo alla Camera, sottolineando così la totale mancanza di guida politica.

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