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Nel 2015 +4600 matrimoni, erano in calo dal 2008. Ma è boom di divorzi brevi

Fino al 2014 i matrimoni sono calati di quasi 10.000 all'anno, riferisce l'Istat. Ma ora tornano a crescere, soprattutto quelli con rito civile

Pubblicato:14-11-2016 10:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:18

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matrimonio_ROMA – Nel 2015 sono stati celebrati in Italia 194.377 matrimoni, circa 4.600 in più rispetto all’anno precedente. Si tratta dell’aumento annuo più consistente dal 2008. Nel periodo 2008-2014, i matrimoni sono diminuiti in media al ritmo di quasi 10.000 all’anno. Lo rileva l’Istat. La lieve ripresa dei matrimoni riguarda, in parte, le prime nozze tra sposi di cittadinanza italiana: 144.819 celebrazioni nel 2015 (circa 2.000 in più del 2014), mentre dal 2008 al 2014 erano diminuite di oltre 40.000 (il 76% del calo complessivo delle nozze). Aumenta anche la propensione alle prime nozze: 429 per 1.000 uomini e 474 per 1.000 donne. I valori sono comunque inferiori del 20% rispetto al 2008. Gli sposi celibi hanno in media 35 anni e le spose nubili 32 (entrambi quasi due anni in più rispetto al 2008). Le seconde nozze, o successive, sono state 33.579 sempre nel 2015 quasi 3.000 in più rispetto al 2014 (+9%). La incidenza sul totale dei matrimoni raggiunge il 17%. Prosegue anche nel 2015 l’aumento dei matrimoni celebrati con rito civile. Sono stati 88.000 – l’8% in più rispetto al 2014 – e rappresentano ormai il 45,3% del totale dei matrimoni. Gran parte di questo aumento è dovuto alle seconde nozze, ma il rito civile è sempre più scelto anche nei primi matrimoni di coppie italiane. I matrimoni in cui almeno uno dei due sposi è di cittadinanza straniera sono circa 24.000 (12,4% delle nozze celebrate nel 2015), in calo di circa 200 unità rispetto al 2014.

bouquet_matrimonioPer l’instabilità coniugale, i dati del 2015 risentono degli effetti delle recenti variazioni normative. In particolare l’introduzione del “divorzio breve” fa registrare un consistente aumento del numero di divorzi, che ammontano a 82.469 (+57% sul 2014). Più contenuto è l’aumento delle separazioni, pari a 91.706 (+2,7% rispetto al 2014). A seguito dell’introduzione della normativa sugli accordi extragiudiziali in tema di separazione e divorzio, sono stati definiti presso gli Uffici di stato civile 27.040 divorzi (pari al 32,8% dei divorzi del 2015) e 17.668 separazioni (19,3% delle separazioni). La durata media del matrimonio al momento della separazione è di circa 17 anni.

padre_bambinoNegli ultimi vent’anni è raddoppiata la quota delle separazioni dei matrimoni di lunga durata, passando dall’11,3% del 1995 al 23,5%. All’atto della separazione i mariti hanno mediamente 48 anni e le mogli 45 anni. La classe più numerosa è quella tra 40 e 44 anni per le mogli (18.631 separazioni, il 20,3% del totale), tra 45 e 49 anni per i mariti (18.055, il 19,7%). La propensione a separarsi è più bassa e stabile nel tempo nei matrimoni celebrati con il rito religioso. A distanza di 10 anni dalle nozze i matrimoni sopravviventi sono praticamente gli stessi per le coorti di matrimonio del 1995 e del 2005 (rispettivamente 911 e 914 su 1.000). I matrimoni civili sopravviventi scendono a 861 per la coorte del 1995 e a 841 per quella del 2005. Nel 2015 le separazioni con figli in affido condiviso sono circa l’89% di tutte le separazioni con affido. Solo l’8,9% dei figli è affidato esclusivamente alla madre. E’ questo l’unico risultato evidente dell’applicazione della Legge 54/2006 sull’affido condiviso. La quota di separazioni in cui la casa coniugale è assegnata alle mogli aumenta dal 57,4% del 2005 al 60% del 2015 e arriva al 69% per le madri con almeno un figlio minorenne. Si mantiene stabile anche la quota di separazioni con assegno di mantenimento corrisposto dal padre (94% del totale delle separazioni con assegno nel 2015).


ISTAT: BOOM DI DIVORZI NEL 2015 IN ITALIA, +57% SUL 2014

litigare_separazione_divorzioBoom di divorzi nel 2015 in Italia. Sono stati 82.469 i casi, un netto incremento (+57%) rispetto all’anno precedente. Buona parte dell’aumento è causato dall’inserimento del cosiddetto ‘divorzio breve‘. Molto più contenuto, e in linea con le tendenze in atto negli anni precedenti, è l’aumento delle separazioni (91.706, +2,7% rispetto al 2014). E’ la fotografia scattata dall’Istat nel suo rapporto 2015 su matrimoni, separazioni e divorzi. Il dato è frutto di due importanti variazioni normative in materia di separazione e scioglimento delle unioni coniugali. La prima è l’entrata in vigore alla fine del 2014 di una legge che semplifica l’iter delle procedure di separazione e divorzio consensuali prevedendo la stipula di accordi extragiudiziali. I coniugi possono infatti avvalersi di un iter più semplice dal punto di vista degli adempimenti procedurali, più rapido e meno oneroso rispetto al procedimento giudiziario. In applicazione di queste norme, nel 2015 sono stati definiti negli Uffici di stato civile 27.040 divorzi (32,8% del totale dei divorzi del 2015) e 17.668 separazioni (19,3% sul totale delle separazioni).

divorzioQuesti procedimenti si sono sommati ai procedimenti conclusi presso i tribunali, rispettivamente pari a 55.429 per i divorzi e 74.038 per le separazioni, facendo lievitare sensibilmente l’entità del fenomeno e, soprattutto, i divorzi. La seconda variazione normativa, nota come legge sul ‘divorzio breve‘ ed entrata in vigore a metà 2015, ha invece accorciato drasticamente il periodo che deve intercorrere obbligatoriamente tra il provvedimento di separazione e quello di divorzio, portandolo da tre anni a sei mesi nei casi di separazioni consensuali o a un anno nei casi di separazioni giudiziali. Questa variazione normativa ha avuto un effetto “di cadenza”, facendo anticipare nel 2015 una gran parte di quei divorzi, con separazioni concluse nel triennio 2013-2015, che con la vecchia normativa avrebbero visto decorrere i termini temporali non prima del 2016. Quasi il 40% dei divorzi definiti negli Uffici di stato civile e il 10% di quelli definiti nei tribunali sono dunque divorzi ‘brevi’, ovvero l’intervallo di tempo intercorso tra la separazione legale e la successiva domanda di divorzio è stato inferiore ai 3 anni previsti dalla precedente normativa.

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