Getting your Trinity Audio player ready...
|
ROMA – “Il nostro compito è stato quello capire se i fedeli si sono sentiti truffati o hanno agito in ritorsione”: così il Pubblico ministero del Tribunale di Civitavecchia fa il punto sull’indagine in corso rispetto all’affaire della “Madonna di Trevignano“, vicenda negli anni al centro di numerose puntate della trasmissione televisive “Le Iene”, diventato poi caso da tribunale.
Nei giorni scorsi così il caso di madonnine e immagini di cristo che piangono sangue, apparizioni mariane, miracoli e richieste di guarigioni- riti che si tenevano puntualmente nella cittadina laziale- è tornato alla ribalta mediatica. La scorsa settimana si è infatti tenuto l’interrogatorio della presunta veggente Gisella Cardia, da parte della Procura della Repubblica di Civitavecchia, seguito poi dal sequestro due “statuette” dai carabinieri, quelle, per intenderci, che sarebbero in grado di lacrimare sangue. E rispetto cui, come spiega poi lo stesso Pm, sono state rilevate “incertezze di metodo” nei rilievi tecnici già condotti nella prima indagine e per cui si rendono necessari ulteriori accertamenti.
Oggi quindi il procuratore capo dell’inchiesta Alberto Liguori decide di intervenire mettendo nero su bianco il compito della nuova indagine e gli obiettivi. Ecco cosa ha voluto far sapere tramite comunicato stampa ufficiale:
La vicenda relativa alle apparizioni della Madonna di Trevignano continua ad avere elevato spazio mass mediatico e il tema trattato coinvolge il diritto alla fede religiosa – tutelato dalla Carta Costituzionale – che deve essere garantito nell’esercizio quotidiano in maniera consapevole ed informato. Mi sono determinato ad assumere la presente iniziativa, che rientra tra le prerogative ordinamentali del Procuratore della Repubblica, per garantire al cittadino – fedele il diritto ad essere informato e alla stampa di esercitare compiutamente il diritto di cronaca. Merita ricordare che l’unico tema di interesse per l’organo requirente di Civitavecchia è quello della ricerca nella vicenda di aspetti di natura penale e di evitare, anche involontariamente, pericolosi scivolamenti in campi rimessi all’Autorità religiosa che, tra l’altro, di recente si è anche pronunciata sulla natura degli eventi accaduti a Trevignano.
Massimo l’impegno profuso dalla Procura di Civitavecchia, sin dal lontano 2016, nella trattazione del procedimento iscritto per abuso della credulità popolare, poi archiviato e successivamente riaperto nel 2023 a seguito di specifiche denunce, anche querele, presentate da alcuni fedeli un tempo vicini alla “Madonna di Trevignano” e all’Associazione medio tempore costituita nel gennaio del 2018 dai coniugi Cardia attorno ad essa. Così in un comunicato il Procuratore della Repubblica di Civitavecchia su “Madonna di Trevignano”.
LEGGI ANCHE: La veggente “falsa” di Trevignano, l’esperta di religioni non ci sta: “Non esiste copyright apparizioni”
LEGGI ANCHE: Tornano ‘Le Iene’: la Madonna di Trevignano e i biglietti del Colosseo al centro delle inchieste
L’ACCUSA DI TRUFFA IN CONCORSO E LE INDAGINI
L’indagine penale è stata iscritta per l’ipotesi accusatoria di truffa in concorso. Approfondita è stata l’istruttoria condotta dal P.M. di Civitavecchia attraverso la ricerca di elementi di prova assicurati dal Norm della Compagnia Carabinieri di Bracciano, anche a favore degli indagati, come prescrive il codice, quali: a) assunzione di sommarie informazioni di numerosi fedeli che negli anni hanno partecipato ai vari incontri di natura religiosa. Nel tempo i fedeli sono aumentati in maniera considerevole anche in ragione dell’ufficialità di detti incontri cui hanno partecipato vari prelati, tra i quali anche il Vescovo dell’epoca di Civita Castellana. Gli incontri, in un primo momento, sono stati ospitati in varie chiese di Trevignano, poi definitivamente tenuti presso il “campo delle rose”.
La maggior parte dei fedeli ha continuato a credere nelle opere della Madonna per il tramite di Gisella, altri hanno preferito abbandonare gli incontri; alcuni di loro hanno inteso coltivare il contenzioso penale. Il nostro compito è stato quello capire se i fedeli si sono sentiti truffati o hanno agito in ritorsione; b) accertamenti sulla realizzazione degli scopi sociali dell’Associazione Madonna di Trevignano anche attraverso accertamenti patrimoniali. Il quadro è in via di definizione; c) accertamenti condotti su taluni eventi riportati dalla signora Gisella (le scritte in aramaico) e vaglio in corso; d) accertamenti tecnici condotti nel corso della prima indagine sulla statuetta della Madonna e sul quadro del Cristo il cui esito è al nostro esame, avendone rilevato incertezze di metodo che potrebbero travolgere gli esiti investigativi e che inducono l’ufficio, a maggiore ragione trattandosi di elementi a carico degli indagati, ad acquisire eventuali conferme di tali esiti per il dovere che grava sul P.M. di svolgere indagini anche a favore dell’indagato. Le verifiche si rendono necessarie anche perché, nel corso di una trasmissione televisiva andata in onda nel mese di giugno del corrente anno, è stato introdotto il tema degli esiti dei suddetti accertamenti tecnici con affermazioni meritevoli di approfondimenti. In tale contesto, è stata acquisita la registrazione della puntata televisiva e la nostra attenzione si è soffermata sulle esternazioni di ospite della trasmissione, la quale ha riferito che tra i parrocchiani circolava la notizia dell’appartenenza alla signora Gisella delle tracce di sangue repertate sulla statuetta della Madonna e sul quadro del Cristo.
“SUSSISTE PUBBLICO INTERESSE DALLA DIFFUSIONE DELLE NOTIZIE”
Il tema investigato inevitabilmente interroga la Procura di Civitavecchia sui confini tra autorità e libertà, e cioè tra il diritto costituzionale dell’accertamento di fatti penalmente rilevanti riservato al P.M. e il diritto alla professione di fede di cittadini-fedeli – indagati e innocenti sino a condanna definitiva. Come anticipato nella premessa, sussiste l’interesse pubblico alla diffusione delle notizie sulla vicenda Madonna di Trevignano per informare e per consentire a mass media anche televisivi di esercitare legittimamente il diritto di cronaca partendo dalle informazioni ufficiali sopra indicate nel tentativo di ridurre le inevitabili divisioni tra innocentisti e colpevolisti.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it