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Festival della Cultura Paralimpica, Pancalli: “Teniamo i riflettori accesi”

A Milano chiusa la terza edizione, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico (Cip): "Un successo"

Pubblicato:14-10-2022 18:58
Ultimo aggiornamento:14-10-2022 18:58

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Foto: CIP/Bizzi

MILANO – Oltre 100 ospiti che per tre giorni si sono alternati sul palco centrale e nelle sale laterali allestite per l’occasione, con un totale di circa 50 eventi in programma, cui hanno assistito oltre 3mila studenti. È racchiusa già in questi numeri l’eredità della terza edizione del Festival della Cultura Paralimpica, che si è conclusa oggi pomeriggio alla Fabbrica del Vapore di Milano. Tanti i grandi nomi, oltre ai campioni dello sport paralimpico azzurro, che hanno impreziosito la manifestazione dopo lo stop imposto dal Covid: da Gian Antonio Stella a Elio e le storie tese, da Michelangelo Pistoletto a Dacia Maraini, con una visibilità garantita dalla Rai, tra i grandi partner del Festival, che ha seguito gli eventi con servizi e dirette. L’evento, nato nel 2018 alla stazione Tiburtina di Roma con l’obiettivo di promuovere una diversa percezione della disabilità, è proseguito un anno più tardi a Padova per raggiungere poi quest’anno il capoluogo lombardo.

IL BILANCIO DI PANCALLI: “UN SUCCESSO, SPORT ACCENDE RIFLETTORI SU DISABILITÀ”

Il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, ha affidato all’agenzia Dire il bilancio della terza edizione del Festival. Qual è l’eredità più grande che resta alla comunità dopo questa manifestazione? “È una domanda che andrebbe fatta a qualcuno dei tanti ragazzi che hanno partecipato: il Festival non è diretto al nostro mondo ma al resto del mondo, affinché si possa coinvolgere e contaminare sempre di più. Però credo che l’eredità sia già nella partecipazione dei grandi ospiti che sono stati presenti, oltre ovviamente ai nostri atleti che hanno portato una testimonianza, oltre che sportiva, anche della loro vita a 360 gradi”.


La voglia, ha sottolineato il presidente del Cip, “è quella di riuscire a giocare su un rettangolo di gioco molto più grande di quello che in maniera miope può apparire e che non è soltanto quello della competizione e dei risultati: noi vogliamo giocare anche nell’altra metà del campo, quella in cui ci confrontiamo con il mondo del sociale che ha bisogno dello sport affinché si possano tenere accesi i riflettori sulle tante problematiche che purtroppo nel mondo della disabilità ancora oggi esistono. Questo è il senso del Festival”.


A testimoniare la riuscita dell’edizione 2022 sono i numeri: “C’è una grande soddisfazione, è stato sicuramente un successo anche se naturalmente non ho la presunzione di dire che tutto è andato bene. Andremo a vedere le cose che hanno funzionato ma anche quelle che non hanno funzionato per migliorarci, proprio come farebbe qualsiasi atleta”, ha concluso Pancalli.

L’ULTIMA GIORNATA DEL FESTIVAL: DA PISTOLETTO A MALGIOGLIO

A impreziosire l’ultima giornata del Festival, la presenza sul palco centrale del maestro Michelangelo Pistoletto, intervistato dal giornalista del Corriere della Sera, Paolo Fallai. Artista attivo sin dai primi anni Sessanta, nel 2003 ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia. Pistoletto ha parlato delle sue opere e del suo concetto di armonia come base per la costruzione della nostra civiltà, ma ha anche parlato di sport: “Deve esserci competitività ma deve essere sana, perché se non lo è lo sport diventa conflitto e non può assolutamente essere così. Competere, infatti, vuol dire ‘andare verso'”.
Prima di Pistoletto, a salire sul palco centrale sono stati i nuotatori paralimpici Giulia Terzi e Stefano Raimondi, dodici medaglie in due alle Paralimpiadi di Tokyo 2020.

“Il nuoto è la mia quotidianità ma ho voluto costruirmi un piano B per quando il nuoto non ci sarà più, e questo piano B è rappresentato dall’università e dalla costruzione di una professionalità in ambito lavorativo”, ha dichiarato Terzi. Dell’importanza della scuola, rivolgendosi direttamente agli studenti presenti, ha parlato anche Raimondi: “Lo studio è alla base di tutto, e ai ragazzi voglio dire che si può fare sport studiando”.

Durante la giornata sono stati consegnati gli Italian Paralympic Award a Riccardo Dalla Mana, atleta della Nazionale Italiana che ha preso parte agli EPYG, alla Nazionale Italiana Sordi per lo straordinario risultato ottenuto agli ultimi Deaflympics e all’ex portiere di calcio Astutillo Malgioglio per il suo impegno a fianco dei ragazzi disabili, a cominciare dal progetto Era77. “Come potremmo fare a non vivere l’uno per l’altro, come potremmo fare a non allungare la mano a chi ha bisogno e chiede aiuto? Questo, però, è un messaggio che va tradotto in modo concreto. Quello che riceviamo io e mia moglie da questi ragazzi è qualcosa di talmente particolare e bello che non riesco neanche a manifestarlo ma è qualcosa di stupendo”, le parole di Malgioglio. Infine Pierluigi Colantuoni, direttore della Comunicazione della Rai, ha introdotto il convegno dal titolo ‘La rivoluzione paralimpica e la comunicazione Rai’.

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