
ROMA – Ignazio Benito Maria La Russa è il presidente del Senato della XIX legislatura. Nato a Paternò, in provincia di Catania, il 18 luglio 1947, ma milanese d’adozione, La Russa ha tre figli maschi e a tutti e tre ha dato un nome che richiama gli indiani americani: Geronimo, Lorenzo Cochis e Leonardo Apache.
Avvocato, una vita nella destra italiana: dal Movimento sociale ad Alleanza nazionale fino alla fondazione, insieme a Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia. Nelle piazze e nelle aule parlamentari, La Russa ha attraversato gli anni di piombo, i governi Berlusconi, le guerre in Afghanistan e in Libia.
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È stato ministro della Difesa e vice presidente delle camere prima di diventare la seconda carica dello Stato. Nel suo pantheon virtuale abitano sicuramente il padre, Antonino – che è stato segretario politico del Partito nazionale fascista – e Pinuccio Tatarella, padre politico, missino, soprannominato “ministro dell’armonia”. Di La Russa si conosce il carattere fumantino e lo sguardo luciferino, e soprattutto il suo tifo sfegatato per l’Inter.
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“Ho goduto più quando abbiamo vinto la Champions”, ha detto alla Stampa subito dopo l’elezione a presidente del Senato. “Non ha fatto i conti con il suo passato”, accusa Pagine Ebraiche, il quotidiano dell’Ucei, mentre il Guardian lo presenta sul sito come un collezionista di “cimeli fascisti e statue di Mussolini”. Lui, che è sempre stato un uomo di parte, garantisce che sarà il presidente di tutti.
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