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In Valle D’Aosta parte il progetto per il confronto tra detenuti e studenti

Questa mattina, sono stati consegnati agli utenti della struttura penitenziaria 300 libri, dismessi dal Sistema bibliotecario valdostano

Pubblicato:14-10-2022 16:12
Ultimo aggiornamento:14-10-2022 16:42

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AOSTA – “All’esecuzione della pena non concorre solo il carcere, ma tutta la comunità“. Lo spiega Antonella Giordano, direttrice della Casa circondariale di Brissogne, alle porte di Aosta, unico carcere della Valle, illustrando questa mattina in un incontro con i giornalisti, nel salone della struttura penitenziaria, le iniziative del Piano di corresponsabilità educativa e legalità 2022-2023, destinate alla promozione dell’educazione. Per la sovrintendente regionale agli Studi, Marina Fey, “educare è tirare fuori il meglio da ognuno”, al contrario di “insegnare che è fornire nozioni e strumenti”. Per questo, secondo Fey, “ogni detenuto potrà arricchire il suo percorso di reinserimento, sulla base della Costituzione e dell’articolo 27”. Il progetto prevede diverse iniziative. La prima coinvolgerà circa 300 studenti delle classi quarte delle superiori, che visiteranno il carcere di Brissogne e avranno un’occasione di confronto con i detenuti. Questa mattina, sono stati consegnati agli utenti della struttura penitenziaria 300 libri, dismessi dal Sistema bibliotecario valdostano. “Sono sia volumi per adulti, sia per ragazzi. Alcuni arrivano dal Fondo valdostano” dice Fey. Il motivo delle iniziative? Per Giordano, “all’esecuzione della pena non concorre solo il carcere, ma tutta la comunità”.

“ARRICCHIRE LA BIBLIOTECA INTERNA AL CARCERE È UNA RICHIESTA VENUTA DAI VOLONTARI”

L’assessore all’Istruzione della Regione, Luciano Caveri, annuncia che, in collaborazione con il Cria, il Centro regionale per l’istruzione degli adulti, e con l’Università della Valle d’Aosta, saranno avviati percorsi specifici per i detenuti.Arricchire la biblioteca interna al carcere è una richiesta venuta dai volontari– aggiunge l’assessore- e proprio perché non è un elemento estraneo alla comunità abbiamo voluto rispondere. L’avvio di questo percorso fa seguito alla firma di un protocollo d’intesa tra la Regione e il ministero della Giustizia, grazie all’interessamento della ministra Marta Cartabia, frequentatrice della Valle d’Aosta”.

“PORTARE I RAGAZZI QUI DÀ LORO UN SENSO DI COMPRENSIONE”

Caveri sostiene che “il carcere non sono solo i detenuti, ma anche il personale, che ha spesso scelto di rimanere a vivere nella nostra comunità”. E conclude: “Portare i ragazzi qui dà loro un senso di comprensione“. A Brissogne oggi i detenuti sono 110 e non ci sono condizioni di sovraffollamento, anche a causa di alcuni lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico che hanno ridotto alcuni spazi e spostato alcuni detenuti in altre strutture fuori Valle.


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