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Molestava le pazienti in ambulatorio, indagato un cardiologo di Pompei

Il medico è indagato per violenza sessuale continuata. Almeno sette gli abusi commessi all'interno di una struttura dell'Asl

Pubblicato:14-10-2022 14:23
Ultimo aggiornamento:14-10-2022 14:23

siaarti
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NAPOLI – Palpeggiava il seno, l’inguine e altre zone intime delle pazienti. Strusciava i propri genitali contro alcune parti del corpo delle vittime, atti che giustificava come azioni necessarie per eseguire delle visite mediche. A indagare sui comportamenti di un cardiologo è la procura della Repubblica di Torre Annunziata (Napoli): il gip del tribunale oplontino ha emesso un’ordinanza applicativa della misura interdittiva della professione medica nei confronti dell’uomo, indagato per violenza sessuale continuata, per la durata di un anno, con lo stop alle visite di pazienti donne, in presenza delle stesse.

Le indagini, condotte dagli agenti del commissariato di Pompei su delega della procura, sono partite dopo la denuncia di una paziente del cardiologo che riferiva di aver subito molestie e palpeggiamenti durante una visita medica effettuata in una struttura pubblica. Sono almeno sette gli episodi di abusi all’interno dell’ambulatorio Asl di Pompei.

È emerso che alcune delle vittime, preoccupate per la visita medica in atto e fiduciose nella professionalità del sanitario, non si fossero nemmeno rese conto dei palpeggiamenti del medico, che aveva agito, come risulta dall’ordinanza applicativa della misura interdittiva, “sfruttando la posizione di inferiorità psicologica delle vittime”.


Anche una consulenza tecnica, disposta per verificare la correttezza professionale e deontologica e la pertinenza diagnostica delle manovre praticate dall’indagato, ha escluso che i comportamenti del medico rientrassero tra le ordinarie prassi diagnostiche.

La procura aveva richiesto l’applicazione di una misura coercitiva, ma il Giudice per le indagini preliminari ha emesso l’ordinanza interdittiva della professione sanitaria, nella quale si parla di “fatti seriali commessi con spregiudicatezza e abilità“. Per il gip, l’indagato “considera le sue pazienti come una sorta di personale riserva di caccia sulla quale dar sfogo alle sue pulsioni sessuali”.

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