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Vicenza, Gdf ‘stoppa’ editore: “Scatenò le sue tv contro un dirigente sanitario”

Per Giovanni Jannacopulos divieto di esercitare attività di impresa

Pubblicato:14-10-2022 13:47
Ultimo aggiornamento:14-10-2022 13:47
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auto guardia di finanza
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VICENZA – Avrebbe ‘scatenato’ le sue tv locali contro il direttore generale dell’Ulss (Unità locale socio sanitaria) 7-Pedemontana Carlo Bramezza perché quest’ultimo aveva detto ‘no’ alle sue richieste di “orientare alcune scelte gestionali” compiendo “atti contrari ai doveri d’ufficio”. Sulla base di questa ipotesi investigativa la Guardia di finanza di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, oggi ha eseguito -su richiesta della Procura vicentina- la misura cautelare del divieto di esercitare l’attività di impresa di editoria attraverso le emittenti ‘Rete veneta’ e ‘Antenna tre’ nei confronti di Giovanni Jannacopulos.
L’editore, si legge in una nota della Procura, è indagato per minaccia a pubblico ufficiale continuata, in quanto avrebbe “posto in essere ripetutamente condotte di minaccia” nei confronti di Bramezza per indurlo a compiere atti contrari ai doveri di ufficio, avviando, a fronte del suo rifiuto, “una deliberata e continua campagna denigratoria attraverso le emittenti televisive ‘Rete veneta’ e ‘Antenna tre’, dove svolgeva di fatto attività di direzione e gestione”.

LA DENUNCIA DEL DIRIGENTE: “RICHIESTE ESPLICITE ED INSISTENTI”, POI ATTACCHI IN TV

Le indagini sono scattate a seguito della denuncia di Bramezza, il quale aveva riferito ai finanzieri che “Jannacopulos- presentatosi come titolare dell’associazione ‘Elios onlus’ che aveva, nel tempo, effettuato cospicue donazioni all’Ospedale di Bassano del Grappa- gli aveva esplicitamente richiesto, con toni perentori ed insistenza, di orientate alcune scelte gestionali, tra cui la disposizione di spostamenti del personale medico dell’Ospedale, la concessione ad alcuni dirigenti medici di maggiore autonomia dal primario e la concessione di un periodo di aspettativa per motivi di studio ad un medico cardiologo, fornendo in cambio visibilità e ‘tranquillità nella gestione’ dell’Azienda sanitaria attraverso le proprie emittenti televisive”. In un’occasione, scrive il procuratore capo Lino Giorgio Bruno, Jannacopulos “aveva anche riferito al segretario di Bramezza che, qualora le sue richieste e aspettative non fossero state soddisfatte dal direttore generale, ‘… avrebbe provveduto a fare iniziare gli attacchi’“. Ed effettivamente, rileva la Procura, “a fronte della resistenza opposta da Bramezza, Jannacopulos si adoperava per mettere in onda continui servizi giornalistici tesi a screditare l’operato del direttore generale“.

ANCHE TELEFONATE A POLITICI PER ‘CREARE DISSENSO’ ATTORNO A BRAMEZZA

La campagna mediatica, prosegue il procuratore, si è rivelata “estremamente pressante“, e si è “progressivamente acuita, fino ad atteggiarsi come un attacco personale, mirato ad indurre gli amministratori regionali a sostituire Bramezza“. Le indagini delle Fiamme gialle, che si sono sviluppate anche intercettando “le conversazioni telefoniche dell’editore”- rilevando “numerosi contatti dell’indagato con esponenti del governo regionale, amministratori di enti pubblici e rappresentanti politici“- hanno confermato “l’ostilità nei confronti di Bramezza e l’intento di condizionare le scelte riguardanti la gestione dell’Azienda sanitaria per fini esclusivamente personali e comunque estranei al corretto esercizio di critica proprio dell’attività giornalistica”. Dalle conversazioni intercettate è infatti emerso, afferma la Procura, “il continue tentativo di Jannacopulos di creare un dissenso diffuso attorno a Bramezza e al suo operato in virtù delle sue numerose conoscenze e della capacità intimidatoria di servizi televisivi– sui quali aveva pieni poteri decisori nonostante l’assenza di incarichi formali nelle emittenti e nelle società controllanti- dal contenuto palesemente e deliberatamente denigratorio“.


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