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Il presidente di Gimbe: “I lavoratori senza green pass sono 3,8 milioni”

Nino Cartabellotta: "L’obbligo vaccinale è l’ultima spiaggia, abbiamo utilizzato il certificato verde come spinta gentile, ma al momento lascia fuori circa 8 milioni di persone"

Pubblicato:14-10-2021 19:02
Ultimo aggiornamento:14-10-2021 19:02

Nino Cartabellotta Gimbe
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ROMA – Domani entra in vigore l’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro e sono ancora tanti i lavoratori che sono sprovvisti del certificato vaccinale. “La stima dei lavoratori sprovvisti di Green Pass è di circa 3 milioni e 800 mila persone. Una cifra che emerge dal dato dei non vaccinati, che sono circa 8 milioni, a cui si applica il tasso di occupazione Istat dell’ultimo trimestre del 2020 che è intorno al 63%. È chiaro che questa cifra può essere imprecisa perché ci sono le persone guarite, le persone esentate, la distribuzione tra le varie fasce di età dei vaccinati e dei non vaccinati, tra lavoratori e lavoratori può non essere omogenea. Il dato ufficiale rilasciato oggi dalle istituzioni è di 3 milioni e 300 mila persone, ma il dato esatto fra lavoratori pubblici e privati non lo sa nessuno, si tratta di cifre molto elevate”. Lo ha dichiarato Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, a margine del 53esimo congresso nazionale Sumai in corso a Roma dal 10 al 15 ottobre.

L’obbligo vaccinale “è l’ultima spiaggia per i sistemi sanitari che vogliono implementare campagne di vaccinazione di massa- ha continuato- abbiamo avuto una prima fase con la prenotazione volontaria, poi abbiamo avuto una fase molto frammentata e, probabilmente deficitaria, della chiamata attiva con la comunicazione e persuasione che è mancata in molte Regioni. Lì dove è stata applicata non è stato fatto in maniera adeguata. Infine, abbiamo utilizzato il green pass come spinta gentile verso la vaccinazione che però al momento lascia fuori circa 8 milioni di persone che non hanno ancora fatto nemmeno la prima dose tra gli over 12. La decisione dell’obbligo vaccinale è squisitamente politica, chiamata a decidere se accontentarsi di questo livello di copertura vaccinale oppure, come mi auguro, se vogliamo raggiungere coperture vaccinali submassimali che, in una situazione di questo tipo, sarebbe ottimale per arginare la circolazione del virus e l’impatto sugli ospedali. È evidente- conclude Cartabellotta- che bisogna discutere di obbligo vaccinale”.


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