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Epigenetica, il Ministero porta a Expo la scienza del ‘Sei quel che mangi’

MILANO - Ci sono il detto "Tu sei quel che indossi" e il più filosofico "Tu sei quel

Pubblicato:14-10-2015 16:48
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:38

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MILANO – Ci sono il detto “Tu sei quel che indossi” e il più filosofico “Tu sei quel che ti manca”. Adesso ecco “Tu sei quel che mangi”, una espressione legata all’epigenetica, “la scienza del futuro”, per prendere le parole della specialista Elena Sturchio, ricercatrice Inail, che sotto il patrocinio del ministero della Salute ha illustrato il tema a Milano allo Spazio scuola di Expo 2015. “Noi insieme al genoma che ci viene trasferito dai caratteri dei genitori- ha spiegato- prendiamo anche un altro tipo di informazioni chiamate epigenoma“, ossia “quelle piccole modifiche chimiche che vanno a trasformare il nostro Dna in base a situazioni ambientali“. Tra questi stimoli ambientali, anzi tra i più importanti, vi è sicuramente la dieta, intesa appunto come abbinamento tra un corretto regime alimentare e un adeguato stile di vita. Ma come facciamo a nutrire i nostri geni? “‘Alimentare’, scritto tra virgolette, vuol dire che il nostro stile di vita e anche la nostra alimentazione possono influenzare in qualche modo questi cambiamenti epigenetici- ha detto Sturchio- In un filmato che abbiamo fatto vedere ai ragazzi si vedono due cromosomi omozigoti, quindi inizialmente identici. All’inizio della vita sono uguali, mentre alla fine del loro percorso di vita sono diversi per scelte di vita completamente diverse. Dunque, sono sottoposti e suscettibili a patologie differenti”.

“Spesso nei gemelli- ha continuato Sturchio- può capitare che uno vada incontro a diabete e a obesità, e l’altro invece stia bene: questo perché sono sottoposti dall’ambiente a stress e magari a una alimentazione diversa, che può in qualche modo modificare il benessere dell’individuo. Quindi è importante dare questo messaggio ai ragazzi, trasferirlo loro in una maniera semplice, chiara, e con i sistemi che loro conoscono, come quelli multimediali o con un’applicazione attraverso lo smartphone”. In sostanza, una nuova pagina della scienza ci sta proiettando verso un futuro che richiede sempre più consapevolezza, proprio perché questa nuova scienza evidenzia come dieta, stress, abitudini malsane, luogo di vita e di lavoro, possano influenzare significativamente i nostri geni, che dunque sono regolati dall’ambiente. Ecco forse perché è stato deciso di coadiuvare l’intervento della relatrice anche con le esperienze dei ragazzi che hanno partecipato al progetto ‘Epigenetica e nutrizione’. Ragazzi che spiegano ai ragazzi, quindi, una cosa che può sicuramente aumentare l’efficacia “affinché il messaggio sia anche divertente- ha specificato la ricercatrice Inail- perché poi, alla fine, nel realizzare il filmato i ragazzi hanno anche vissuto il piacere di farlo. Sul nostro sito biotecnologiesicurezza.it si vede come si sono divertiti e, sicuramente, da un tipo di apprendimento non formale che abbiamo voluto organizzare con loro si arriva alla bellezza e al piacere del sapere”.


di Nicola Mente

Giornalista

 

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