NEWS:

Inala piccoli semi di girasole, rischia la vita a 14 mesi

La situazione è stata individuata grazie ai raggi: la bimba aveva dei semi di girasole nei bronchi. I segnali? Vomito e febbre che non se ne era andata neanche con l'antibiotico

Pubblicato:14-09-2022 12:17
Ultimo aggiornamento:14-09-2022 12:17
Autore:

semi girasole
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – Una bambina di soli 14 mesi, che aveva inalato semi di girasole, e rischiava di soffocare, è stata salvata all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Era giunta in Pronto soccorso con una febbre persistente e sospetta dopo il rientro da una vacanza. Aveva manifestato tosse tre settimane prima mentre stava mangiando dei semi di girasole durante un soggiorno all’estero con la famiglia.

I SEMI MANGIATI ALL’ESTERO IN VACANZA, POI VOMITO E FEBBRE

Dopo l’episodio, nonostante le discrete condizioni di salute, aveva aveva febbre e attacchi di vomito. Rientrata in Italia la febbre non si era risolta nonostante terapia antibiotica e aerosol e per questo l’1 settembre scorso la piccola è stata accompagnata dalla famiglia in Pronto soccorso a Reggio Emilia. E così è stata ricoverata per stare in osservazione e fare esami radiologici alla luce dei quali, il 7 settembre scorso, è stata eseguita una broncoscopia.

NEL BRONCO DI DESTRA 3 SEMI DI GIRASOLE DI 10 MILLIMETRI

L’esame è stato effettuato in sala operatoria, a paziente intubata. L’ispezione delle vie aeree ha evidenziato la presenza di un seme di girasole nel bronco principale di sinistra e di tre semi nel bronco principale di destra. Quest’ultimo era quasi completamente occluso e mostrava una reazione infiammatoria legata alla lunga persistenza del corpo estraneo nel bronco. I semi, che misuravano fino a 10 millimetri in lunghezza, sono stati rimossi uno ad uno ripristinando in tal modo la pervietà dello spazio aereo. “Nonostante le condizioni della bambina fossero apparentemente buone, il quadro clinico riscontrato era molto pericoloso perché i movimenti dei semi all’interno del bronco avrebbero potuto improvvisamente impedire il passaggio dell’aria e la reazione infiammatoria che si stava già generando avrebbe inevitabilmente condotto a un peggioramento respiratorio”, spiega l’Ausl di Reggio Emilia oggi in una nota.


La delicatissima manovra di disostruzione è stata eseguita dal dottor Roberto Piro, responsabile della Pneumologia interventistica con il dottor Nicola Facciolongo, direttore della Pneumologia e grazie all’assistenza anestesiologica della dottoressa Elisa Iannella. Del team hanno fatto parte anche lo pneumologo dottor Matteo Fontana, il dottor Bruno Barili e le infermiere Simona Devoti e Sara Ruzzi. Dopo la procedura, la bambina è rimasta in osservazione nel reparto di Pediatria diretto dal dottor Alessandro De Fanti e nella giornata di ieri è stata dimessa.

“NO A FRUTTA SECCA O ALIMENTI INADATTI A BAMBINI TROPPO PICCOLI”

“Siamo felici che tutto sia andato per il meglio- spiega Piro- quello che è accaduto ci spinge ancora una volta a fare un appello a genitori, nonni e parenti a non abbassare la guardia e a non offrire ai bimbi piccoli frutta secca o altri alimenti che per forma, consistenza o dimensioni possano essere a rischio di inalazione. Se gli alimenti non sono adatti il pericolo è sempre dietro l’angolo”. Il direttore del Presidio ospedaliero provinciale, Giorgio Mazzi, si è complimentato con medici e infermieri: “Ringrazio il team di professionisti che ha affrontato un caso potenzialmente a rischio di gravi conseguenze. Ancora una volta gli operatori coinvolti hanno confermato il loro valore, nell’effettuazione di una procedura complessa sotto il profilo tecnico e di grande coinvolgimento emotivo, stante la giovanissima età della bambina”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it