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Foto: Polizia di Stato
ROMA – “Quella del poliziotto è una professione che ancora attrae, è una professione di soccorso e di aiuto, è quell’abnegazione che ha sempre contraddistinto il nostro operato, ma notiamo che c’è una controtendenza, perché si stanno destrutturando i cardini del nostro lavoro: prevenzione e attività investigativa e le assunzioni non bastano a coprire i pensionamenti”. A parlare con l’agenzia Dire di arruolamento e di futuro per i giovani che sognano di diventare poliziotti è Pietro Colapietro, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil. Sono i giorni in cui il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato l’impiego di poliziotti nelle metropolitane e nei centri commerciali e torna impellente la questione dei numeri: dove si prendono questi poliziotti per l’ordine pubblico? Servono nuove assunzioni e con che tempi? Si intrecciano così nel ritratto che Colapietro dà del futuro della Polizia varie questioni: il sogno dei giovani che continuano a desiderare questo ruolo con le difficoltà economiche e alloggiative, gli stipendi bassi, e ancora i tempi della formazione, lunghi anche troppo, e persino quella delle strutture in cui formare gli allievi.
Come riporta il Dipartimento della Pubblica Sicurezza nel documento della pianificazione strategica del personale “alla data del 31 dicembre 2023 le carenze organiche complessive della Polizia di Stato ammontavano a 10.271 unità, pari al 9% della dotazione organica prevista dalla legge, risultante dalla differenza tra una dotazione organica pari a 109.408 unità e una forza effettiva pari a 99.137 unità”. E’ questo il nodo iniziale.
Colapietro di Silp Cgil tiene a sottolineare: “Abbiamo il problema di coprire il turn over dei pensionamenti. I numeri che si sbandierano sono dati senza riferimento alle uscite dove abbiamo la percentuale maggiore. Siamo sempre di meno di anno in anno, dunque non è corretto quando si parla di rinforzi: non sono in aggiunta nè in sostituzione”. Nel 2023, continua il segretario del sindacato di polizia, “si sono pensionati circa 4mila poliziotti, numeri analoghi nel 2024 e le assunzioni sono state un 20% in meno delle uscite. In due anni non avremo formato 8mila poliziotti” con il problema aggiuntivo dei tempi di formazione perché “c’è un corso minimo che dura un anno dopo la scuola”. Poche assunzioni quindi, iter di formazione troppo lunghi e un problema non da poco sulle scuole dove formare i giovani.
“Con il 2004 e la cartolarizzazione Tremonti infatti- ricorda Colapietro- sono stati venduti beni dello Stato a privati e anche istituti di istruzione come quello di Foggia. Al momento anche se ci fossero risorse in più per le assunzioni mancherebbero le strutture”.
Il sindacato lancia inoltre un allarme sulla selezione: “Prima i concorsi erano ricercatissimi, si presentavano in 150mila, ora- sottolinea Colapietro- andrebbero riviste alcune regole per le selezioni (come il divieto dei tatuaggi in zone visibili), e poi gli stipendi prima erano appetibili, ora un ragazzo a 20 anni, tenendo conto della crisi alloggiativa, si fa quattro conti su come fare guadagnando tra i 1.500 e i 1.600 euro, soprattutto al Nord. Anche i tecnici, i medici gli ispettori gli esperti informatici stanno un po’ e poi vanno a lavorare per società private che li pagano molto di più rispetto a quanto prendevano: dai 2.200 ai 2.400 euro”.
Per il segretario del Silp Cgil andrebbe rivisto anche il tempo di formazione: “Due anni per diventare funzionari per dei giovani laureati è troppo”. “Da anni insistiamo sui numeri- ribadisce Colapietro- se non abbiamo assunzioni straordinarie non ce la facciamo, siamo stanchi e più vecchi e servono giovani. Fare turni e due volanti al giorno a 50 anni non è come a 30. C’è stanchezza anche psicologica, molti si ammalano per il lavoro, aumenta il fenomeno dei suicidi”. Un ritratto a tinte fosche nonostante gli annunci di potenziamento delle politiche per la sicurezza che Colapietro denuncia partendo proprio dalle parole della premier che aveva definito “indecoroso” il compenso irrisorio dello straordinario di un poliziotto: 6 euro l’ora, pagato anche con un ritardo fino a due anni, sebbene chi lo fa spesso sia costretto dalle condizioni economiche. Qualcosa che “resta a mortificarci nel contratto insieme a indennità ferme a diversi anni fa”. Il problema dei giovani, pare di capire, è il problema della Polizia di Stato, come denuncia il Silp Cgil, che rischia di essere sguarnita e la sicurezza di facciata viene fatta a scapito “di prevenzione e investigazione, e abusando dei poliziotti”.
Il tema dell’arruolamento diventa cruciale rispetto alle istanze che coinvolgono i poliziotti nelle questioni di sicurezza e ordine pubblico richiamate dal governo. Metterli nelle stazioni e nei centri commerciali significa toglierli da altri servizi, ma quali? Colapietro ne ha un’idea precisa: “Sono norme che rassicurano i cittadini, ma che non risolvono il problema. Se prendiamo chi attenta alla sicurezza in stazione, ma non gli assicuriamo le patrie galere, che stiamo facendo? Pensiamo alla lotta contro la criminalità organizzata- continua- ora si discute delle intercettazioni utilizzando la bugia dei costi, ma lì entrano più risorse di quelle che escono”.
Colapietro ribadisce: “L’apparato va rafforzato con nuove assunzioni, dando soldi alla prevenzione e all’investigazione, non solo all’ordine pubblico: questa scelta destruttura tutto l’apparato ed è percezione di sicurezza per i cittadini, ma noi abbiamo esigenza di una sicurezza reale. Nelle stazioni vorrei vedere la Polfer ad esempio, l’autorità civile di pubblica sicurezza in un Paese democratico deve essere appunto civile e non militare”, spiega riferendosi al presidio Strade Sicure che definisce “costosissimo”. La Polizia viene tirata in ballo “per Polmetro, per Gorizia, per l’Albania, il Giubileo, ma con questi numeri come facciamo?”, si domanda. “Come segretario Silp non critico Polmetro- chiarisce- ma così si fa solo un’operazione di facciata e destrutturiamo l’intero apparato di investigazione, la Digos, e la prevenzione con le volanti”. Forse, conclude il segretario generale, “oggi non interessa indagare sul territorio ma dare più impressione di sicurezza”, forse è questo poliziotto del domani ad avere meno appeal.
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