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A Bologna pranzo di Ferragosto per i più fragili grazie alle Cucine popolari

Il fondatore Roberto Morgantini: "Anche se ci limiteremo all'asporto non possiamo lasciare soli i nostri ospiti"

Pubblicato:14-08-2021 15:50
Ultimo aggiornamento:14-08-2021 15:50

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BOLOGNA – Saranno aperte anche a Ferragosto le Cucine popolari di Bologna, per garantire ai più fragili un pasto all’aperto o d’asporto anche nella giornata di festa. “Anche se è domenica, non possiamo lasciare soli i nostri ospiti. Così apriremo la cucina del Battiferro e consegneremo un pranzo d’asporto, magari con qualcosa di sfizioso, alle persone che si rivolgeranno a noi”, spiega il fondatore Roberto Morgantini.

Negli anni scorsi, il pranzo di Ferragosto per i più poveri si svolgeva nel cortile di Palazzo D’Accursio, in Comune. Ma dall’anno scorso, a causa della pandemia, si era trasferito nella cucina del Battiferro, per circa 300 persone. E quest’anno sarà lo stesso. “Speravamo di poter tornare a una situazione un po’ più prossima alla normalità- ammette Morgantini- purtroppo, i tempi ancora non sono maturi. Così organizziamo una festa d’estate nel nostro piccolo. Pensiamo che ce ne sia bisogno“.

Le tre Cucine popolari di Bologna, fin dal primo lockdown, hanno visto aumentare la platea di persone che si rivolge al servizio. “Accogliamo 480-500 persone al giorno, i numeri sono ancora consistenti- conferma Morgantini- nonostante tutto, resistiamo. Per fortuna possiamo contare su un nutrito gruppo di volontari che non fa mai venir meno il supporto”.


Allo stesso tempo, però, a causa dell’emergenza sanitaria “viene meno il cuore del progetto- sottolinea Morgantini- la relazione che si instaurava ai tavoli, la fiducia che si coltivava, l’ascolto che si offriva. Con l’asporto tutto ciò non è possibile: proviamo la temperatura, consegniamo mascherine, ricordiamo le regole da seguire. Poi dobbiamo fermarci”.

Intanto è pronta ad aprire anche la quarta cucina popolare, a Villa Paradiso nel Quartiere Porto: il via dovrebbe arrivare a inizio ottobre. “Ormai ci siamo- dice Morgantini- apriremo nella tristezza, perché anche lì faremo asporto. Gli spazi interni, in quell’edificio, non sono nemmeno grandissimi. In generale, stiamo provando a ragionare su come e quando provare a riaprire gli interni, ma al momento la situazione è troppo delicata, ci sono troppe incognite”.

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