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La manager della ong Norwegian Refugee Council: “Kabul guarda con ansia all’avanzata dei talebani”

Eileen McCarthy spiega: "Continuano ad affluire gli sfollati e si stabiliscono in parchi o luoghi abbandonati"

Pubblicato:14-08-2021 14:39
Ultimo aggiornamento:14-08-2021 14:39
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ROMA – Kabul guarda con “ansia” all’avanzata dei talebani, con molte persone “in apprensione per i loro familiari che vivono nelle provincie dove i combattimenti sono più duri”.

Nella capitale dell’Afghanistan intanto, “continuano ad affluire gli sfollati a causa delle ostilità, soprattutto donne, che si stanno stabilendo in parchi o luoghi abbandonati”. A fornire all’agenzia Dire questa testimonianza dalla città è Eileen McCarthy, statunitense, advocacy manager a Kabul della ong norvegese Norwegian Refugee Council (Nrc). L’organizzazione è stata fondata a Oslo nel 1946 con la missione di proteggere i diritti delle persone costrette a lasciare le loro case a causa di conflitti o calamità.

L’intervista si svolge mentre cronache concordanti di media locali e internazionali raccontano dell’avanzata delle milizie dei talebani. Solo nelle ultime 24 ore i guerriglieri sono riusciti a prendere possesso di almeno cinque grandi città. A partire dal 6 agosto, 18 dei 34 capoluoghi di provincia del Paese sono stati conquistati dai miliziani. Tra questi ci sono anche Herat e Kandahar, stando a quanto hanno riferito all’emittente Al Jazeera residenti e autorità locali, rispettivamente terza e seconda città del Paese. Nelle mani dei combattenti è finita anche Ghazni, a soli 130 chilometri da Kabul.


Le conseguenze di questa escalation si stanno facendo sentire con forza sulla popolazione, riferisce McCarthy. “Stando ai dati delle Nazioni Unite a oggi sono 390mila le persone che hanno dovuto abbandonare le loro case per via delle ostilità, ma stiamo osservando un aumento vertiginoso negli ultimi giorni e i numeri potrebbero essere molto più alti”, dice la dirigente di Nrc.

A caratterizzare questo esodo, evidenzia l’advocacy manager, c’è anche il fatto che “valicare la frontiera e lasciare il Paese risulta un’operazione molto difficile e costosa per i cittadini afghani. Per questo motivo in molti si stanno dirigendo verso la capitale”. McCarthy dice di famiglie “che arrivano sui dei camion portandosi pochissime cose, in genere guidate da donne perché gli uomini sono rimasti a sorvegliare le loro proprietà”. La dirigente della ong denuncia: “Molti si sono stabiliti in luoghi abbandonati o parchi. Hanno bisogno urgente di un rifugio, di cibo, acqua pulita, assistenza medica”.

Nrc sta cercando di far fronte alla situazione, afferma la dirigente della ong. “Eravamo già operativi con dei programmi di assistenza agli sfollati in città – riferisce McCarthy – per questo siamo riusciti a coordinarci e a fare una rapida valutazione dei bisogni dei nuovi arrivati, rispondendo alle loro necessità più immediate”.

Nonostante le milizie continuino ad avvicinarsi alla capitale, al punto che Stati Uniti e Gran Bretagna hanno deciso di evacuare molti dei loro cittadini da Kabul, l’advocacy manager dice che gli operatori di Nrc “resteranno e continueranno a fornire aiuti umanitari alle tante persone che ne hanno bisogno”. La situazione però, presenta grandi complessità: “Anche prima di questa escalation l’Afghanistan era uno dei Paesi più pericolosi dove lavorare”, sottolinea McCarthy. “Al momento l’80% dei nostri progetti, compresi i nostri operatori, è stato in qualche modo colpito dalle ostilità: questo ha conseguenze dirette sulla fornitura di aiuti umanitari a circa 900mila cittadini afghani”.

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