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Ponte di Genova, Mattarella: “Giustizia vada fino in fondo”

Bagnasco: "Le vittime del ponte Morandi sono gli angeli della città"

Pubblicato:14-08-2019 16:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:37

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ROMA – Un anno fa alle 11.36 crollava il ponte Morandi, causando la morte di 43 persone. Oggi alle 10 è iniziata la cerimonia di commemorazione delle vittime a Genova. Presente anche una delegazione di Atlantia e Autostrade per l’Italia alla cerimonia. Tra loro Giovanni Castellucci, ex ad di Aspi e ora ad di Atlantia, Roberto Tomasi, attuale ad di Aspi, Fabio Cerchiai, presidente di Atlantia, Giuliano Mari, presidente di Aspi, Gianni Mion, presidente di Edizione. Secondo quanto risulta, i vertici di Autostrade sarebbero stati direttamente invitati dal sindaco e commissario Marco Bucci.

BUCCI: OGGI È GIUSTO CHE SIANO TUTTI PRESENTI

“Oggi è giusto che tutti siano presenti alla commemorazione: è un gesto importante. Tutte le manifestazioni da parte dei parenti delle vittime devono essere rispettate ed è importante che siano tolleranti. Ma non entro nel merito delle emozioni dei parenti delle vittime”. Così il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione Marco Bucci, a margine della cerimonia di commemorazione delle vittime di ponte Morandi, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano un commento sull’assenza di alcuni parenti delle vittime e la presenza dei vertici di Atlantia e Autostrade, poco prima che gli stessi lasciassero il luogo della cerimonia.


DELEGAZIONE AUTOSTRADE ABBANDONA COMMEMORAZIONE

La delegazione di Atlantia e Autostrade per l’Italia ha lasciato il luogo della cerimonia prima dell’arrivo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La richiesta sarebbe arrivata dai parenti delle vittime.

MATTARELLA ACCOLTO DA APPLAUSI ISTITUZIONI E PARENTI

Applausi dalle istituzioni e dai parenti delle vittime all’ingresso del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel capannone per la commemorazione del crollo del ponte Morandi, a Genova.

COMMEMORAZIONE TRAGEDIA INIZIA DA ELENCO DELLE 43 VITTIME

Inizia con l’elenco delle 43 vittime del crollo di Ponte Morandi, la commemorazione a un anno dalla tragedia.  A seguire il canto della “Requiem aeterna” di Puccini, con il quale è cominciata la messa di commemorazione. Sull’altare eretto davanti alla prima porzione della pila 9 del nuovo viadotto il crocifisso della parrocchia del Campasso che, spalancate le porte della chiesa, prima del crollo si affacciava su ponte Morandi.

BAGNASCO: VITTIME PONTE MORANDI SONO ANGELI DELLA CITTÀ

“A distanza di un anno dal tragico crollo del ponte Morandi, Genova è qui. E con noi prega per le vittime, angeli della città. Li pensiamo nella luce, tra le braccia di Dio. E con gli occhi della fede li vediamo affacciarsi dalla finestra del cielo mentre pregano per i loro cari, per tutti noi: Genova non li dimenticherà mai”. Lo dice arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, nell’omelia.

“Abbiamo incisi nel cuore quei giorni, quell’apocalisse che ci ha lasciati senza respiro, che ci ha fatti sentire svuotati, come se tutto, d’improvviso, fosse precipitato nel buio- prosegue il porporato- come in quei momenti di lutto, la città rinnova il suo abbraccio ai familiari delle vittime: siamo consapevoli che nessuno di noi può colmare il vuoto dei loro cari ma, umilmente e con grande rispetto, vogliamo stringerci a loro perché non si sentano troppo soli. Anche le parole del Santo Padre Francesco ci fanno sentire il suo affetto e la sua vicinanza: di cuore lo ringraziamo”.

BAGNASCO: LUCE SOCCORRITORI HA SFIDATO OSCURITÀ FUNESTA

“Abbiamo stampata nell’anima una luce che ha sfidato l’oscurità di quei momenti funesti. Una luce che, man mano, si è ingrandita, si è fatta largo tra le macerie alla ricerca di vita: è la luce dei soccorritori sbucati da ogni dove, come se fossero miracolosamente pronti ad essere presenti e operativi”, ricorda il cardinale Bagnasco.

“E’ stato solo dovere?- prosegue il porporato- No, è stato anche amore. Era la luce dell’amore che da quelle macerie è scaturita insieme all’immenso dolore. E quell’amore si rivestiva di perizia, di speranza, di ostinato coraggio, di sacrificio, che è l’altro nome dell’amore. A tutti -dalle forze dell’ordine ai vigili del fuoco, dalle istituzioni pubbliche alle diverse organizzazioni, dal mondo delle professioni ai molti volontari- rinnoviamo gratitudine. Essi hanno espresso l’anima di Genova, la sua forza di non piegarsi, di non arrendersi, la coriacea volontà di rinascere. E così è”.

BAGNASCO: DIFFICOLTÀ E DISAGI, MA HA ALEGGIATO SPERANZA

“Nonostante gli interventi giunti, le difficoltà sono state pesanti e i disagi diffusi per muoversi da una parte all’altra, per gli abitanti della zona, per non pochi lavoratori che qui avevano le loro attività: tutti hanno vissuto il distacco da un ambiente familiare e caro, hanno visto messo in crisi il loro lavoro. Ma su tutto ha aleggiato la speranza, il credere in un futuro non lontano e che oggi cominciamo a vedere”, prosegue Bagnasco.

“La demolizione del rimanente troncone del ponte è stato come il definitivo distacco da un pezzo di storia- prosegue il porporato- ma la città è protesa al futuro, un futuro che, con onestà e determinazione, dobbiamo guardare insieme”.

BAGNASCO: GUARDARE AL BENE COMUNE PER ONORARE DEFUNTI

“Il Vangelo di oggi ci esorta e, come sempre, ci aiuta: Gesù, il Figlio eterno di Dio, ci assicura che ‘dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro’. Ci può essere oggi parola più illuminante per il nostro popolo? Lo stare insieme, lo sperare e lavorare insieme, insieme camminare e guardare al bene non individuale ma comune, non è solo una regola d’oro per la città e un modo per onorare i defunti, ma è anche la garanzia di una presenza più grande, di un amore che ci abbraccia, e tutti conforta e rafforza: è la presenza e l’amore di Dio”, prosegue il porporato.

“Le nostre forze non sono piccole, così il desiderio di giustizia e di bene- prosegue il porporato- ma per esperienza sappiamo quanto siamo fragili, quanto possiamo essere attraversati da egoismi e miopie, da rivalità e divisioni, da dimenticanze. Se restiamo uniti e ci lasciamo umilmente abbracciare da Dio, allora saremo capaci di abbracciarci gli uni gli altri. E le nostre capacità -come i pochi pani e pesci della parabola evangelica- si moltiplicheranno e faranno miracoli. Sia così, cari amici, sia così per il bene di noi tutti, delle giovani generazioni di cui siamo responsabili, sia così per il bene di Genova e del nostro amato Paese”.

BUCCI: SI MERITA INFRASTRUTTURA DI PRIMO LIVELLO

“Genova si merita una infrastruttura di primo livello ed è quello che stiamo facendo. La città è unita e sta collaborando. Ho fiducia che andrà avanti così. La pila 9 del nuovo ponte è già alta quasi 20 metri e 11 pile hanno già le fondamenta. I lavori procedono e sono convito che a fine aprile ci sarà il nuovo ponte”. Così il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione, Marco Bucci, a margine della cerimonia per le 43 vittime del crollo del ponte Morandi nel giorno del primo anniversario. “La crisi non ostacolerà la ricostruzione- ribadisce il primo cittadino- ho avuto nei giorni scorsi rassicurazioni dal governo che ci sarà, che avremo il loro supporto e che sarà continuo. Credo nell’allineamento degli obiettivi: Genova è una città che ha come obiettivo quello di avere una grande infrastruttura. Siamo allineati e non c’è motivo di farci la guerra”. Bucci aggiunge che anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, presente alla cerimonia, “si associa ai sentimenti della giornata e alla volontà di rinsaldare e continuare a supportare gli investimenti di cui abbiamo bisogno per far tornare Genova alla normalità e renderla una città ancora più grande”.

ANCHE GLI SFOLLATI RICORDANO LE 43 VITTIME

Palloncini bianchi, una campana tibetana, una preghiera e il lancio nel torrente Polcevera di 43 rose bianche. Per l’ultima volta, come ogni 14 del mese, gli sfollati di Ponte Morandi si sono riuniti stamattina sotto il “ponte di ferro” di via Fillak per commemorare, a modo loro, le 43 vittime della tragedia di un anno fa. Una breve processione a cui hanno partecipato circa 200 persone, appena terminata la celebrazione officiata dall’arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, e prima del minuto di raccoglimento delle 11.36. Al comitato degli sfollati si sono uniti anche alcuni commercianti e abitanti dei quartieri limitrofi al viadotto.

CONTE: NUOVO PONTE SIMBOLO DELLA RINASCITA

“Oggi sentiamo che questo nuovo Ponte rappresenterà il simbolo della rinascita che sempre può seguire a un dolore, della vita che sempre deve rinnovarsi e riprendere a fluire”. Cosi’ il presidente del consiglio Giuseppe Conte, nell’intervento alla commemorazione delle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi. “Il compito della politica, di una politica seria, responsabile – aggiunge il premier- è tentare di offrire risposte affidandosi agli strumenti utili a tutelare gli interessi della collettività e a realizzare il bene dei cittadini. Compito della politica è misurarsi non solo con la gestione dell’emergenza, ma anche con la prevenzione, immaginando un’azione di Governo che metta in sicurezza il Paese e tutte le sue innumeri infrastrutture. Abbiamo lavorato intensamente anche in questa direzione perseguendo una complessiva opera di prevenzione, in modo da prefigurare meglio l’Italia che vogliamo e in cui vogliamo che vivano sicuri i nostri figli”.

MATTARELLA: GIUSTIZIA VADA FINO IN FONDO, TRAGEDIA CAUSATA DALL’UOMO

“La giustizia vada fino in fondo senza remore, svelando responsabilita’ e sanzionando colpevoli”. Nel nome delle vittime “dobbiamo lavorare per mettere a nudo fragilita’, pecche e rischi del nostro sistema infrastrutturale e per modernizzare il meccanismo dei controlli rendendolo sempre piu’ efficace. Perche’ tragedie come quella del Ponte Morandi non devono ripetersi mai piu'”. Lo scrive il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un intervento pubblicato dal quotidiano di Genova Secolo XIX. “Anche a Genova cosi’ come in ogni parte del territorio colpito da calamita’ o da incidenti si gioca il prestigio della Repubblica e la sua capacita’ di essere realmente una comunita’ nazionale”, scrive il capo dello Stato che ricorda come “un anno” non sia “trascorso invano”. Il progetto di nuovo ponte sara’ in grado di rammendare la ferita inferta dal crollo. “Rammendare non significa cancellare: il nuovo ponte ricordera’ per sempre quelle vittime innocenti di una tragedia causata dall’uomo che si poteva e doveva evitare”. La presenza a Genova delle piu’ alte istituzioni “ha il significato di testimoniare unanime sostegno, non solo a parole, a una città e alla tenacia e al coraggio dei suoi abitanti, che hanno diritto alla rinascita economica e sociale attraverso lo sviluppo di una rete di infrastrutture e servizi capace di accompagnarne ed esaltarne lo spirito imprenditoriale”.

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