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Egitto, rinnovo carcere per Amal Fathy: nel mirino per legami con Regeni

L'arresto dell'attivista è stato rinnovato ieri, destando reazioni di indignazione e preoccupazione da parte di diverse ong per i diritti umani.

Pubblicato:14-08-2018 12:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:28
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ROMA – È ancora in carcere l’attivista egiziana Amal Fathy, per la quale da maggio si sono mobilitate diverse personalità e organizzazioni della società civile, tra cui Paola Deffendi, madre di Giulio Regeni, e il suo avvocato Alessandra Ballerini. L’arresto di Fathy è stato rinnovato ieri da un tribunale del Cairo, in una causa che la vede imputata per i reati di “adesione a un gruppo terrorista”, “diffusione di notizie false e dicerie per danneggiare la sicurezza pubblica e gli interessi nazionali” e “uso di Internet per istigare a compiere atti di terrorismo”.

Amal Fathy è la moglie di Mohamed Lotfy, direttore dell’organizzazione che fornisce assistenza legale alle vittime di tortura e sparizione forzata

“Le autorità egiziane da tempo usano queste accuse contro le voci critiche e i giornalisti nel tentativo di ridurli al silenzio” commenta sul suo blog Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia. Amal Fathy è la moglie di Mohamed Lotfy, direttore della Egyptian Commission For Rights and Freedoms, organizzazione che fornisce assistenza legale alle vittime di tortura e sparizione forzata. “Probabilmente lo Stato egiziano sta colpendo l’organizzazione perché ha rappresentato la famiglia di Giulio Regeni, il dottorando italiano fatto sparire e torturato fino alla morte nel 2016” è il commento del Cairo Institute for Human Rights Studies (Cihrs), un’altra ong egiziana per i diritti umani. Negli ultimi giorni, quest’ultima aveva diffuso un appello per la liberazione dell’atttivista, lanciando un allarme per le condizioni in cui è detenuta.


“È stata minacciata di violenze, di dover scontare una pena a lungo termine e dover perdere suo figlio, con l’obiettivo di estorcere informazioni sul lavoro di suo marito Lotfy”, denunciano dall’ong. “La sua salute mentale e fisica è peggiorata sensibilmente in carcere, causando la paralisi temporanea della sua gamba sinistra, secondo il medico della prigione” aggiungono dal ‘Cairo Institute’. Lo scorso fine settimana un altro processo, che vede Amal Fathy imputata per aver denunciato molestie sessuali in un video su Facebook, è stato aggiornato al prossimo 8 settembre.

Paola Regeni: “Andiamo avanti per Giulio e Amal”

“Piazza di Fiumicello, un anno fa partiva la scorta mediatica, il Governo decideva di riinviare l’ ambasciatore al Cairo. Noi continuiamo. Verita’per Giulio e Amal libera! Grazie alla scorta gialla”. Lo scrive oggi su Twitter Paola Deffendi, madre di Giulio Regeni, il ricercatore italiano che nel 2016 fu fatto sparire al Cairo per diversi giorni, torturato e ucciso. Il riferimento di Paola Deffendi è ad Amal Fathy, l’attivista e moglie di Mohammed Lotfy, avvocato che dirige l’organizzazione che si occupa di difendere, tra le altre, la famiglia Regeni in Egitto. Amal è accusata di “adesione a un gruppo terrorista”, “diffusione di notizie false e dicerie per danneggiare la sicurezza pubblica e gli interessi nazionali”. L’arresto dell’attivista è stato rinnovato ieri, destando reazioni di indignazione e preoccupazione da parte di diverse ong per i diritti umani.

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