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Conte se la prende con il Pd: per il presidente M5S la crisi è colpa dei dem

Il presidente pentastellato attacca sul termovalorizzatore a Roma: "È una misura che non c'entra nulla con la transizione ecologica, c'è stata una forzatura. Non potevamo assolutamente votare il dl Aiuti"

Pubblicato:14-07-2022 18:24
Ultimo aggiornamento:15-07-2022 14:27
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giuseppe_conte_palermo
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ROMA – Il via libera al termovalorizzatore voluto dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri (esponente del Pd) è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E che, indirettamente, ha portato alle dimissioni del premier Mario Draghi. “C’è stata una forzatura”, ha detto Giuseppe Conte arrivando nella sede del Movimento in via Campo Marzio, nel centro di Roma, dopo il non voto al Senato sul dl Aiuti. “Vorrei ricordare – ha spiegato il presidente pentastellato – che il Movimento ha dato sostegno a questo Governo dall’inizio e con una votazione degli iscritti“, e lo ha fatto con degli “obiettivi”, che sono quelli per la “transizione ecologica e la giustizia sociale”.

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Il termovalorizzatore, ha insistito Conte, è “una misura che non c’entra nulla con la transizione ecologica“, e lo ha detto quasi puntando il dito contro l’alleato più stretto, quel Partito democratico che ovviamente ha difeso i poteri speciali da attribuire al sindaco di Roma per superare l’emergenza rifiuti. “Per nessuna ragione al mondo” il Movimento poteva votare il decreto Aiuti, ha proseguito l’ex premier. E ancora: “Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità“, la cui origine “è stata nel Consiglio dei ministri, quando i nostri ministri sono stati costretti a non partecipare al voto. Noi siamo coerenti e chiediamo di rispettare il programma di governo definito all’inizio”.


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