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Tg Ambiente, edizione del 14 giugno 2022

Si parla di stop auto benzina e diesel, stazione a idrogeno e bonifiche

Pubblicato:14-06-2022 14:12
Ultimo aggiornamento:14-06-2022 15:57

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UE, STOP VENDITA AUTO DIESEL, BENZINA E GPL DA 2035 

Dal 2035 le auto nuove a benzina, diesel e Gpl non potranno essere più vendute nell’Ue, deroga fino al 2036 per adeguarsi alle zero emissioni ai piccoli produttori di nicchia, come quelli della Motor Valley in Emilia Romagna. Questo l’esito dell’animato voto al Parlamento europeo, che ha visto i gruppi politici a sostegno della Commissione von der Leyen spaccarsi, con inedite alleanze sulle politiche per il clima. Da questo prenderà avvio il negoziato con il Consiglio Ue per arrivare alle nuove regole sulle emissioni di CO2 dei veicoli nell’ambito del pacchetto ‘Fit for 55’ della Commissione, che ha l’obiettivo di portare le emissioni Ue al -55% entro il 2030 sui livelli 1990, portando la mobilità su strada a emissioni zero entro il 2035 e raggiungendo la neutralità climatica al 2050. L’Europarlamento si è invece spaccato sulla riforma del sistema di scambio di quote di emissione, l’Ets, European trading scheme, che quindi torna in commissione Ambiente. Il respingimento del testo sulla riforma del sistema Ets – una delle principali misure dell’Ue per la riduzione delle emissioni di gas serra nei settori a maggior impatto climatico – ha causato a cascata la sospensione del voto sul meccanismo di aggiustamento del carbonio alla frontiera, il Carbon Border Adjustment Mechanism o Cbam, sistema di eco-dazi per combattere la concorrenza sleale di chi produce fuori dall’Ue con meno vincoli ambientali, e sul Fondo sociale per il clima, entrambi collegati all’Ets. Il Consiglio Ue non ha ancora elaborato la propria posizione sulle emissioni dei veicoli. Gli Stati membri dovrebbero trovare l’intesa nel consiglio Ambiente del 28 giugno, solo dopo potrà partire il ‘trilogo’ tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue. Per l’Ets invece le forze politiche della ‘maggioranza Ursula’ dovranno trovare un accordo, e riprovare in Aula, forse sempre alla fine di giugno.

ENI, A MESTRE PRIMA STAZIONE SERVIZIO A IDROGENO

Apre al pubblico a Mestre, Comune di Venezia, la nuova Enistation con distributore di idrogeno. Prima in Italia in ambito urbano, può rifornire di idrogeno autoveicoli e mezzi pesanti, e rappresenta il layout tipo dei nuovi mobiliy hub ideati da Eni: stazioni dove ci si può rifornire di ogni tipo di carburante è infatti dotata di pompe per i classici diesel e benzina, colonnine per la ricarica elettrica, e il nuovo distributore di idrogeno. L’impianto è il primo tassello di un ampio disegno che prevede la realizzazione di una hydrogen valley a Porto Marghera, dove Eni predisporrà tre impianti di produzione di idrogeno. Eni quantifica il costo di un impianto di questo tipo in circa cinque milioni di euro, e conta di realizzarne sul territorio nazionale almeno 50 entro il 2030, a cominciare dalla Valpadana. “Con Eni, con Toyota, abbiamo realizzato qualcosa di concreto: c’è l’auto a idrogeno, c’è il distributore, e le persone possono comprare un’auto da cui esce aria”, afferma il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. “Qui a Marghera produrremo idrogeno, avremo tre stabilimenti per la produzione di idrogeno. Auspico che sia l’inizio di una rete distributiva in tutto il Paese”, conclude. “Questa prima stazione di servizio ha un layout che permette di essere rappresentativa del nostro modello di mobility hub: noi dalle stazioni di servizio ci stiamo muovendo verso i mobility hub che devono ospitare tutti i vettori energetici”, spiega Giuseppe Ricci, direttore generale Energy Evolution Eni. “In questo caso l’idrogeno arriva attraverso dei carri bombolari semoventi già a 200 atmosfere di pressione e viene ulteriormente compresso fino a 1000 atmosfere di pressione attraverso i compressori e viene immagazzinato in serbatoi. Poi dall’altra parte del muro di cemento armato ci sono gli erogatori che erogano fino a 700 atmosfere di pressione per caricare i veicoli. Possono essere caricati dei veicoli leggeri o anche pesanti come autobus o autocarri”, conclude.

MOSAICO VERDE, 300MILA ALBERI A DIMORA IN ITALIA

Creare nuove aree verdi, ripristinare gli ecosistemi a rischio, restituire alla collettività parchi e boschi riqualificati: questi solo alcuni degli obiettivi di Mosaico Verde, la campagna nazionale per la forestazione di aree urbane ed extraurbane e la tutela dei boschi esistenti, promossa da AzzeroCO2 e Legambiente, grazie alla quale sono stati messi a dimora oltre 311.000 alberi in Italia, per i quali si stima l’assorbimento di oltre 217.000 tonnellate di CO2. Tra il 2018 e il 2022 grazie al lavoro sinergico tra pubblico e privato sono stati 286 gli ettari riqualificati in 130 aree gestite da Comuni e Enti Parco di 16 regioni italiane. Sono 36 le aziende che hanno scelto di integrare Mosaico Verde nelle loro strategie di Responsabilità Sociale d’Impresa, restituendo al territorio in cui operano parte del valore generato delle attività. 127 i Comuni e gli Enti parco che hanno aderito e oltre 30 quelli in corso di adesione, nella maggior parte dei casi realtà pubbliche che, non avendo risorse sufficienti per incrementare le aree verdi o gestire in modo sostenibile le esistenti, le hanno rese disponibili all’interno della campagna dando loro una seconda opportunità.


ANBI: RADDOPPIAMO VALORE PROGETTI DI BONIFICHE

Cento anni fa un convegno a San Donà di Piave dette l’abbrivio a una nuova stagione di bonifiche idrogeologiche in Italia. A distanza di un secolo a palazzo Vecchio, a Firenze, un altro convegno ha celebrato la ricorrenza, guardando però anche al futuro. I consorzi di bonifica, infatti, intendono raccogliere la sfida del PNRR dispiegando una capacità progettuale notevole: a fronte di 880 milioni stanziati, i progetti stilati hanno un controvalore di 1,6 miliardi. “Questo è il momento in cui il Paese deve unirsi rispetto a degli obiettivi che possono trasformarlo profondamente in meglio- ha spiegato Massimo Gargano, direttore generale dell’ANBI, l’associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue- Noi possiamo rispondere anche alle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici. Possiamo fare moltissimo per rendere migliore l’utilizzo della risorsa acqua”.

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