NEWS:

Le imprese bolognesi prevedono 24.000 assunzioni in estate

Il presidente della Camera di commercio, Valerio Veronesi, avverte: "Tra i ragazzi ci saranno anche quelli che fanno i conti sui sussidi, ma sarà una quota pari a quella degli imprenditori che non sono corretti"

Pubblicato:14-06-2021 15:59
Ultimo aggiornamento:14-06-2021 15:59

presidente della Camera di commercio di Bologna Valerio Veronesi
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – L’impatto della crisi pandemica sull’occupazione potrebbe essere meno pesante di quanto previsto, almeno a Bologna. A stemperare il pessimismo che ha accompagnato le analisi sull’andamento del mercato del lavoro degli ultimi mesi, le previsioni delle imprese bolognesi, che tra giugno e agosto prevedono di mettersi alla ricerca di 23.900 figure professionali. Una nota positiva, accompagnata, però, dalla cronica carenza di tecnici specializzati che rende complicata la ricerca di un profilo su tre.

Solo a giugno sono previste 9.560 assunzioni. Si tratta di un dato in crescita: +1.470 rispetto a maggio 2021, +3.830 rispetto a giugno 2020, + 960 rispetto a giugno 2019. Quasi sei ricerche su dieci provengono da imprese con meno di 50 dipendenti. Le imprese dei servizi prevedono di inserire il doppio delle persone rispetto all’industria (6.420 contro 3.140). Una ricerca su tre è rivolta a diplomati, il 20% a laureati, solo nel 30% dei casi il titolo di studio è indifferente.

La carenza di tecnici specializzati resta uno dei problemi più urgenti da risolvere per il tessuto produttivo bolognese. Per questo, il presidente della Camera di commercio, Valerio Veronesi, da tempo ha iniziato un tour nelle scuole per le opportunità professionali collegate a certi percorsi scolastici. “Non tutti i ragazzi devono frequentare gli istituti tecnici, ma tutti quelli che li faranno avranno un lavoro. Noi spieghiamo questo alle famiglie, che poi possono scegliere liberamente”, racconta Veronesi. “Con questa benzina le aziende potrebbero crescere ancora di più”, sottolinea.


I giovani sono, lo malgrado, al centro del dibattito, con l’accusa rinunciare a opportunità di lavoro (spesso mal pagate) per stare a casa accontentandosi dei sussidi statali, come sostenuto nei giorni scorsi anche da Guido Barilla “Anche tra gli imprenditori ci sono quelli evoluti e quelli che non lo sono. Ma quando si parla di giovani, bisogna stare attenti”, ammonisce Veronesi. “Tra i ragazzi ci saranno anche quelli che fanno i conti sui sussidi, ma sarà una quota pari a quella degli imprenditori che non sono corretti. Io dico che questi ragazzi sono più preparati di come lo eravamo noi 30 anni fa. Non hanno il mito del posto fisso, sanno già che nella vita magari dovranno cambiare più volte e affrontano il mercato del lavoro. Del resto, se non ci salvano loro, di sicuro non ci salveranno i vecchi”, conclude il numero uno della Mercanzia.

LEGGI ANCHE: A Bologna non c’è posto per bamboccioni: under 40 poveri ma autonomi

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it