ROMA – “Si fa poca ricerca sui temi dell’inserimento sociale, che penso sia una parte fondamentale dell’approccio all’autismo perché altrimenti il trattamento rimane monco, a metà”. A dirlo è la dottoressa Rosaria Ferrara, psicologa, ricercatrice e presidente di Oisma, durante un convegno sull’autismo alla facoltà di Medicina Legale della Sapienza di Roma.
“Oggi- spiega- la ricerca è legata al metodo. Non interessano i fini della ricerca, ma vengono fatte ricerche sui trattamenti, che sono assolutamente importantissime. Ma si deve pensare a cosa il bambino potrà fare un domani, in quale contesto lavorativo potrà essere inserito. Ecco a cosa punta Oisma”.
DI RENZO (IDO): SVILUPPO TALENTO ARTISTICO È NECESSARIO
Nella terapia dei soggetti autistici è necessario lo sviluppo delle potenzialità, del talento artistico, perché “se si lavora solo sul deficit il rischio è che le potenzialità vengano sommerse”. È quanto sostiene la psicoterapeuta e responsabile dell’Ido, Magda Di Renzo, intervenendo al convegno dal titolo ‘Risorse e vulnerabilità del soggetto autistico’, nell’aula Magna di Medicina Legale, alla Sapienza di Roma.
“Innanzitutto bisogna trovare le potenzialità– ha spiegato Di Renzo- e questo significa fare delle osservazioni più attente che tengano conto delle traiettorie di sviluppo e, soprattutto, dobbiamo andare a cercare quelle aree in cui è possibile lavorare per trainare tutta l’evoluzione. Questo cosa comporta? Delle evoluzioni migliori”.
Di Renzo ha parlato anche degli sviluppi in tema di ricerca, con riferimento a un recente studio effettuato dall’Ido: “Abbiamo individuato nella nostra ricerca alcuni indici predittivi, che sono ad esempio la capacità di capire le intenzioni, la capacità di avere una risposta empatica seppur non completa, e quello che è importante è che questi indici predittivi ci hanno permesso di ottenere risultati dopo 2-4 anni di terapia”.
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