NEWS:

Ravasi: “Curare il fisico dei bambini, ma anche la loro dimensione etica”

Questo il senso dell'intervento del cardinale Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura

Pubblicato:14-06-2018 10:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:15
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Lo sguardo che si può dare sui bambini è duplice: da una parte questo congresso è legato soprattutto alla questione fisica, in quanto si tratta di un soggetto estremamente interessante perché è sottoposto a una evoluzione veloce”. Questo il senso dell’intervento del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, in occasione del 74esimo Congresso italiano di pediatria organizzato a Roma dalla Sip.

Il bambino non è soltanto in evoluzione fisica ma anche spirituale, sessuale e morale



“Il mio sguardo sarà soprattutto di tipo culturale e spirituale, tenendo conto di due dimensioni: da un lato quella della grandezza del rispetto che si deve avere nei loro confronti”, spiega Ravasi facendo cenno anche alla violenza “brutale che ha toccato purtroppo anche la Chiesa con la pedofilia”. Dall’altra parte “c’è la dimensione culturale, della psicologia evolutiva, della pedagogia infantile: una serie di capitoli interessanti che riguardano la formazione del bambino, il quale non è soltanto in evoluzione fisica ma anche spirituale, sessuale e morale attraverso una sequenza di tappe. Bisogna sempre ricordare- sottolinea però il cardinale- che nessun bambino è innocente: anche lui porta in sé tutti i limiti di una creatura ed è per questo che è importante non solo ‘arredare’ la sua testa di dati e curare il suo fisico, bensì accompagnarlo in questo itinerario di formazione che comprende soprattutto la dimensione etico-morale, e per noi anche quella religiosa- conclude Ravasi- cioè la capacità di vivere insieme alla superficie delle cose insieme alla trascendenza e al mistero, al segreto, di essere uomini e donne”.

Ti potrebbe interessare:


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it