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A Bologna mostra su Manara riapre scrigno Pallavicini/FOTO E VIDEO

Nel centro di Bologna, al 24 di via San Felice, c'è uno scrigno d'arte e storia sconosciuto ai più: da settembre torna a nuova vita

Pubblicato:14-06-2017 15:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:20

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BOLOGNA – Nel centro di Bologna, al 24 di via San Felice, c’è uno scrigno d’arte e storia sconosciuto ai più. Per anni ha ospitato prima alcuni uffici di Camst, poi un intermediario del settore moda.

A settembre diventerà un nuovo contenitore per mostre ed eventi, sul modello di Palazzo Albergati, anche se in questo caso saranno organizzati per lo più quasi sempre dai proprietari della magione in collaborazione con i soci della galleria d’arte.

Il lancio è in grande stile: il 22 settembre apre i battenti un’antologica dedicata all’illustratore Milo Manara con 130 opere e alcune chicche in anteprima. Inizia così la nuova vita di Palazzo Pallavicini, dimora nobile sull’asse della via Emilia, teatro nel Settecento, in una Bologna da due secoli sotto lo Stato della Chiesa, di una vivace vita cultura e politica legata alle corti asburgiche.


La storia del Palazzo

Il Palazzo, costruito dalla famiglia Isolani a fine Cinquecento, unendo assieme una serie di edifici quattrocenteschi. L’edificio è passato di mano in mano tra famiglie dell’aristocrazia bolognese fino ad essere acquistato, nel 1773, dal maresciallo Gian Luca Pallavicini, che l’aveva eletto a sua dimora in città (assieme alla villa di Croce del Biacco) già da qualche anno.

Il maresciallo, di origini genovesi, era ministro e personalità di altissimo rilievo dell’impero asburgico (è stato anche viceré di Milano), installa in via San Felice una vera e propria corte europea con relazioni internazionali di primissimo piano. Il maresciallo intratteneva i suoi ospiti illustri con feste, ricevimenti e concerti: fu lui a portare a Bologna da Vienna il giovanissimo Mozart, che si esibì per ospiti di Pallavicini il 26 marzo del 1770. Ma dalle sale del palazzo sono passati i nomi più illustri della casata d’Asburgo: l’imperatore stesso Giuseppe II è stato accolto in via San Felice nel 1769.

Il passaggio dei Pallavicini ha dato al piano nobile della magione più o meno l’aspetto attuale, anche se i cicli pittorici sono stati realizzati da Giovanni Antonio Burrini a fine ‘600. Al figlio di Gian Luca, Giuseppe si deve l’aspetto neoclassico delle sale, decorate tra gli altri, dallo scultore Giacomo Rossi.

Il Palazzo visitabile per la prima volta dal 22 settembre

Qui saranno ospitate le mostre organizzate dalla Pallavicini Srl, fondata da Chiara Campagnoli, cui fa capo, attraverso la società immobiliare Edilverde, la proprietà del palazzo, e dai galleristi Deborah Petroni e Rubens Fogacci.

“Edilverde è proprietaria dell’edificio dal 1980. Da allora l’ha sempre affittato e la dimora non è mai stata aperta al pubblico“, spiega Campagnoli.

Il Palazzo sarà visitabile per la prima volta a partire dal 22 settembre, con l’apertura della mostra su Manara. Libero dal 2015, Palazzo Pallavicini è stato oggetto dell’ultimo anno di un primo intervento di restauro, che ha interessato alcuni dei saloni principali (particolarmente suggestivo il salone con soffitto a lanterna, il più alto della città assieme a quello di Palazzo Ranuzzi), restituendo loro l’aspetto neoclassico grazie al recupero dei colori originali. Alla mostra su Manara, assicura Petroni, ne seguiranno altre di diversa ispirazione: fotografia, artisti storicizzati e progetti più legati al contemporaneo.

“Questo è il palazzo delle sorprese“, assicura la studiosa d’arte e appassionata della storia dei Pallavicini, Elisabetta Landi. “Per noi questa è una grande scommessa, il tentativo di realizzare un sogno”, conclude Campagnoli.


di Vania Vorcelli, giornalista professionista

(Immagini e video di Davide Landi)

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