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VIDEO | Il Pnrr regala una ferrovia d’avanguardia alla Valle d’Aosta

L’elettrificazione della tratta ferroviaria Aosta-Ivrea diventerà realtà grazie ai fondi del Pnrr, ma ci vorranno tre anni di attesa

Pubblicato:14-05-2023 14:06
Ultimo aggiornamento:14-05-2023 14:06
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AOSTA – Tre anni senza treno in cambio di una ferrovia all’avanguardia, tanto dovrebbero durare i lavori. L’elettrificazione della tratta ferroviaria Aosta-Ivrea diventerà realtà grazie ai fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, entro il 2026. Un intervento da 115 milioni di euro, la cui regia è in mano a Rete ferroviaria italiana, che permetterà alla Valle d’Aosta di avere dei treni più grandi e un’infrastruttura più moderna, ma a che prezzo? “L’elettrificazione è stato un tema molto discusso– afferma l’assessore al Pnrr della Regione Valle d’Aosta, Luciano Caveri-: è arrivata e non farà guadagnare nemmeno un minuto dal punto di vista della tempistica per raggiungere Torino. Ho sempre pensato che l’elettrificazione si dovesse fare ed è arrivata con questi fondi, speriamo che si rispettino i tempi di attuazione. È una realtà di fronte alla quale ci troviamo e potrà portare treni più efficienti e più grandi rispetto a quelli che abbiamo oggi e che creano problemi di eccessi di presenze sui convogli. Questa è gestita comunque da Rete ferroviaria italiana e, per adesso, va riconosciuto che quei tempi che a volte ci vedevano un po’ scettici nella partenza degli appalti, funzionano in questa fase. Bisognerà però organizzarsi per tre anni senza ferrovia che non sarà un fatto banale”.

Guardando agli altri progetti finanziati con i fondi del Pnrr, che nella regione alpina avrà un impatto stimato di circa 500 milioni di euro, il nucleo forte degli interventi riguarda la digitalizzazione. Tra questi spiccano il progetto “smart grid” della Deval per la modernizzazione delle reti di distribuzione elettrica della Valle, per un investimento di 18 milioni di euro, e il progetto bandiera dal valore di 6 milioni di euro per l’innovazione della pubblica amministrazione.

Inoltre, il 94,6% dei Comuni valdostani ha aderito a uno dei bandi proposti dal Piano che riguardano la Pa digitale, una percentuale di molto superiore alla media nazionale. Anche in questo campo i progetti sono vari. “Ci sono filoni molto diversi, uno banale che interessa tutti i 74 Comuni è finanziato dal ministero, ma in parte stiamo interagendo anche noi, riguarda i siti internet che devono rifarsi a degli standard oramai precisi e questo è un lavoro in corso in collaborazione con l’Inva- prosegue Caveri-. Ci sono in contemporanea anche dei progetti riguardo la digitalizzazione che non riguarderanno solo la Regione, ma anche il sistema degli enti locali. Questa smaterializzazione delle pratiche burocratiche è un tema di cui parliamo da anni, poi siamo ancora invasi dalle carte che fanno sparire ogni giorno un pezzo di foresta amazzonica. Negli anni a venire credo che gli esiti infrastrutturali e anche concettuali della digitalizzazione attraverso il Pnrr dovrebbero rendere questa digitalizzazione più credibile”.


A complicare la partita del Pnrr, secondo Caveri, è una gestione molto centralistica del Piano, con continui cambiamenti nelle normative di riferimento che creano dei problemi nell’attuazione dei vari progetti nei singoli territori. “Si paga in parte questa logica molto centralistica e un po’ arruffona di cambi in corsa delle normative di riferimento. Se pensiamo che nel frattempo è arrivato come mazzata -in positivo forse- un cambio di tutte le procedure di appalto, capiamo che ci siamo ficcati come Italia in un rebus molto difficile da risolvere. E se lo è per noi che siamo piccoli, immaginiamoci per regioni più grandi della nostra”.

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