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Aborto “prima causa di femminicidio”, a Roma campagna choc Citizengo. “Rimuoverlo”

Parte oggi la campagna #stopaborto, in vista della Marcia per la vita di sabato 19 maggio

Pubblicato:14-05-2018 11:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:53

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ROMA – “‘L’Aborto è la prima causa di Femminicidio nel mondo’. Parte da oggi la campagna di affissioni e sui social di CitizenGO #stopaborto, in vista della Marcia per la Vita di sabato 19 maggio (ore 15 Piazza della Repubblica a Roma)”. È quanto si legge in una nota di CitizenGO, che prosegue: “È in atto il tentativo di censurare e silenziare chi afferma la verità sull’aborto, che sopprime la vita di un bambino e ferisce gravemente quella della donna. Rivendichiamo il diritto di opinione ed espressione tutelato dalla Costituzione. Parte oggi e continuerà per tutta la settimana la campagna #stopaborto promossa dalla Fondazione CitizenGO, che si articolerà in affissioni in tutta Italia ed in promozioni sui principali social network. Una campagna che afferma con forza che “L’Aborto è la prima causa di Femminicidio nel mondo”.

Filippo Savarese, direttore delle Campagne di CitizenGO Italia, afferma nella nota che “negli ultimi anni le istituzioni hanno denunciato con sempre maggior forza il fenomeno dei ‘femminicidi’ e della violenza sulle donne, ma ci si dimentica di dire che la prima causa di morte per milioni di bambine (così come di bambini) nel mondo è l’aborto, che provoca anche gravissime conseguenze psicologiche e fisiche per le donne che lo praticano. Si rivendica sempre la ‘libertà di scelta‘ per sostenere l’aborto, ma oggi siamo noi a rivendicare la libertà di scelta per le donne che hanno diritto a essere informate correttamente sulle conseguenze sempre drammatiche dell’aborto. Oggi è discriminata la donna che vuole portare avanti una gravidanza e diventare madre“.

E ancora: “E’ di poche settimane fa il gravissimo episodio che ha visto la rimozione di un manifesto di ProVita a Roma che semplicemente elencava delle verità scientifiche inoppugnabili sull’aborto. Delle verità scientifiche che evidentemente hanno dato molto fastidio agli intolleranti del politicamente corretto, con in testa Monica Cirinnà, che evidentemente non sopporta che le donne siano informate. Rimuovere un manifesto non costringerà al silenzio chi crede nella vita e che, proprio in nome delle donne, vuole che sull’aborto non si taccia. Ecco perché la nostra campagna, in vista della Marcia per la Vita del prossimo 19 maggio, che porterà in piazza migliaia di cittadini, migliaia di donne, che non solo credono nella vita, ma anche nella libertà di essere informati sulla realtà dell’aborto, sull’uccisione di migliaia di innocenti. Una strage di cui non si deve parlare, delle verità tanto scomode da ritenere anche un solo manifesto ‘pericoloso’. Ora abbiamo una ampia campagna in tutta Italia, perché per ogni manifesto strappato si alzeranno migliaia di nuovi manifesti, iniziative, marce”.


REBEL NETWORK: RAGGI FACCIA RIMUOVERE VERGOGNOSO MANIFESTO

“Chiediamo alla sindaca Virginia Raggi di intervenire immediatamente per far rimuovere questo vergognoso manifesto, affisso in via Salaria, a Roma, da uno dei gruppi a nostra parere pro-odio e contrari alla libertà di scelta delle donne. Chiediamo a tutte le associazioni e a tutte le persone che intendono sostenere le nostre azioni a sostegno della Legge 194 e della libertà femminile (questa inclusa), di sottoscrivere questo post il proprio nome e cognome. Serve essere unite e uniti contro questa campagna di disinformazione e di odio. Oggi più che mai!”. Lo scrive su facebook Rebel Network, la rete femminista per i diritti, a proposito della campagna contro l’aborto inaugurata oggi da CitizeGO.

MUNICIPIO II: MANIFESTI OFFENDONO DONNE, CAMPIDOGLIO INTERVENGA

“Questa mattina Roma si è svegliata nuovamente invasa da manifesti offensivi per tutte le donne, soprattutto per quelle che hanno conosciuto l’esperienza difficile dell’aborto o della violenza. Il quarantennale di una legge importante come la 194, che ha dimostrato di saper contrastare la clandestinità e le morti a essa legate, diventa l’occasione per rilanciare macabri slogan. Possibile che il Campidoglio autorizzi tali oscenità lesive della dignità e dei diritti di noi tutte? Anche questo messaggio offende le donne, non solo quelli che mercificano il loro corpo. Chiediamo all’assessora Marzano di intervenire tempestivamente”. Così in una nota la presidente del II Municipio, Francesca Del Bello, e le assessore Lucrezia Colmayer e Cecilia D’Elia.

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