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Giustizia. Il futuro in Europa per i giudici amministrativi

ROMA - Ricorsi, sospensive, pronunciamenti. Dall'economia al lavoro, dagli

Pubblicato:14-05-2015 07:46
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:19

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giudiciROMA – Ricorsi, sospensive, pronunciamenti. Dall’economia al lavoro, dagli appalti dell’edilizia alle tematiche ambientali fino ai diritti civili e personali: non esiste settore o ambito che non sia investito dal raggio d’azione dei giudici amministrativi, al punto da avere ricadute fondamentali nella quotidianita’ dei cittadini e della Pubblica amministrazione.

Un ruolo che ha attraversato i cambiamenti sociali del nostro Paese e di cui si e’ occupata l’universita’ degli studi Niccolo’ Cusano, organizzando a Roma un convegno incentrato sui 150 dalla legge abolitrice del contenzioso amministrativo e cui hanno partecipato esponenti di primo piano del mondo giuridico. “Fin dalla loro nascita- ha spiegato il presidente del Consiglio di Stato, Giorgio Giovannini- i giudici amministrativi hanno sempre seguito una direttrice precisa, quella del rafforzamento costante delle tutele dei singoli nei riguardi della Pa, pur garantendo il pubblico interesse”. Una direttrice che e’ stata “applicata anche alle nuove esigenze e tendenze della societa’ e della collettivita’, come per esempio per le questioni economiche”.


Per Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei Conti, il ruolo di garanzia amministrativa “e’ rimasto lo stesso, anche se si e’ evoluto strutturalmente con la costituzione del Tar e delle magistrature speciali, per cui si procede con una giurisdizione per materie, come il testamento biologico o l’eutanasia, per fare alcuni esempi”. Infatti “il giudice amministrativo ha retto bene ai cambiamenti che si sono succeduti nel nostro Paese, pur negli interessi dei cittadini: basti pensare a tutte le nuove tematiche della vita sociale che i giudici hanno comunque affrontato con successo”.

Cosi’ come hanno retto all’impatto della riforma del Titolo V della Costituzione, “una rivoluzione copernicana- l’ha definita Squitieri- che ha inciso sulle competenze dei giudici, i quali hanno pero’ dimostrato la loro utilita’ ed efficienza”. Certo, si e’ verificato “qualche scontro tra magistratura contabile e amministrativa sul riordino della finanza locale, ma i problemi sono stati risolti”. Altra questione riguarda la possibilita’ di “rivedere le giustizie speciali- e’ intervenuto Raffaele Cantone, presidente dell’Autorita’ nazionale Anticorruzione- Credo infatti che il ruolo del giudice amministrativo sia pronto a una logica di ripensamento rispetto al passato, pur garantendone il ruolo. Bisogna tenere conto dell’evoluzione del mondo negli ultimi 150 anni. L’idea di interessi legittimi come qualcosa di diverso rispetto a quelli soggettivi e’ separata. Spesso infatti i giudici non si occupano solo di annullare gli atti ma anche di risarcimenti. Mi chiedo quindi- ha sottolineato Cantone- se abbia un senso mantenere una giurisdizione separata o bisogna pensare a una logica di specializzazione all’interno di una giurisdizione unica”.

Ma sulle spalle dei giudici di Tar e Consiglio di Stato pendono sovraccarico di lavoro, ritardi, cumuli di controversie al punto che, secondo il presidente del Tribunale amministrativo della Campania, Cesare Mastrocola, “non stiamo vivendo un bel momento dal punto di vista mediatico”.

 

Sulla quantita’ di lavoro che spesso grava in modo eccessivo sugli amministrativi e’ d’accordo il primo presidente della Corte di Cassazione, Giorgio Santacroce, per il quale “in Italia vige la litigiosita’ e la logica del ‘famme causa’. Bisognera’ trovare il modo di affrontare il problema: e’ necessario maggiore equilibrio, dovrebbero funzionare meglio i filtri e si dovrebbe pensare a una selezione dei procedimenti”. Per Giovannini, invece, “a fronte di tanti ricorsi che entrano, escono anche tante sentenze. Purtroppo abbiamo un problema sull’arretrato: le ultime statistiche indicano circa 250mila procedimenti in sospeso. Per questo avremmo bisogno di qualche mezzo straordinario”.

Intanto il futuro guarda all’Europa e alla possibilita’ di unire leggi e procedimenti. “La Comunita’ europea ha gia’ organizzato un pacchetto di norme che regolano i rapporti tra il cittadino europeo e gli organi- ha spiegato ancora Squitieri- e sono facilmente mutuabili anche dagli ordinamenti nazionali. Credo che fatalmente si arrivera’ a una sorta di Diritto amministrativo comune, con cui bisognera’ fare i conti e i giudici, sia contabili che amministrativi, dovranno rimodulare le loro competenze”. Un percorso “molto difficile” pero’ per Cantone, perche’ “in Italia il diritto amministrativo fa persino fatica a essere codificabile, figuriamoci a trovarne uno comune con l’Europa. Ma- ha concluso- si stanno creando dei principi comuni generali della Ue che costituiscono la base per una riflessione futura. Mi sembra gia’ tanto”.

RETTORE UNICUSANO: PIÙ RAPIDITÀ SENTENZE TAR-CDS – “Il tema e’ particolarmente delicato, dal momento che il ruolo del giudice amministrativo ha subito numerose evoluzioni negli ultimi decenni, ma tutt’ora esistono molte problematiche che riguardano la vita dei cittadini, anche in funzione dell’integrazione a livello europeo”. Cosi’ il rettore dell’universita’ degli studi Niccolo’ Cusano, Fabio Fortuna, commentando il convegno di questa mattina su ‘La rilevanza del ruolo del giudice amministrativo a 150 anni dalla Legge abolitrice del contenzioso’.
Un evento “fantastico per la presenza delle più importanti autorita’ dei nostri organi istituzionali”, tra i quali Giorgio Santacroce, primo presidente della Corte di Cassazione, Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei Conti, il presidente del Consiglio di Stato, Giorgio Giovannini, e il presidente dell’Autorita’ nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone.

Per il rettore “il ruolo del giudice amministrativo cambiera’ in modo notevole soprattutto per quelli che sono i suoi campi d’azione”. Infatti “assistiamo a una fusione di tanti temi, come quelli economici, di cui in passato gli amministrativi non si occupavano e a cui ora devono adeguarsi”.

La cosa fondamentale, pero’, ha concluso Fortuna, e che “i tempi di attesa delle sentenze diminuiscano, perche’ i cittadini hanno bisogno di risposte rapide”.

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