VIDEO | Alessandro Coatti, si cerca un amico conosciuto a Bogotà. Le immagini del giovane felice sui social

Continua a essere un giallo la morte di Alessandro Coatti, ucciso e fatto a pezzi a Santa Marta, in Colombia. Tra le piste emerse c'è anche quella dell'omofobia

Pubblicato:14-04-2025 10:06
Ultimo aggiornamento:14-04-2025 12:42

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BOLOGNA – È ancora un mistero fitto la morte di Alessandro Coatti, il giovane biologo italiano che è stato ucciso in Colombia una decina di giorni fa e li cui corpo è stato fatto a pezzi e fatto ritrovare in diversi punti della città. I guerriglieri colombiani, a cui aveva fatto pensare proprio la terribile modalità di infierire sul cadavere, hanno fatto sapere di essere estranei a questo omicidio. Lo hanno fatto con un video postato su X in cui, in uniforme e a volto coperto, i vertici della banda armata della Sierra Nevada (Acsn) hanno detto di non avere nulla a che fare con l’omicidio del 38enne e hanno chiesto di fare luce su questo e altri recenti episodi di violenza avvenuti nella città di Santa Marta.

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GLI SPOSTAMENTI IN COLOMBIA

Ma allora cosa può essere successo ad Alessandro? Biologo e ricercatore, una carriera di grande successo e un ottimo lavoro a Londra, il 38enne originario di un paesino che si chiama Longastrino e si trova tra Ravenna e Ferrara, nel corso dell’ultimo anno aveva maturato il proposito di lasciare il lavoro (lo aveva fatto a dicembre) e andare in Colombia, paese che lo affascinava moltissimo. Era arrivato in Colombia il 12 marzo e a quanto ricostruito aveva visitato prima Bogotà, poi Medellín, passando per San Andrés. Ai primi di aprile è arrivato a Santa Marta, dove pochi giorni dopo è stato ucciso. Stando a quanto scrive il Messaggero citando ‘Caracol News’, ci sarebbe in corso indagini per individuare una persona, un uomo, che Coatti avrebbe conosciuto a Bogotà: con lui aveva fatto il viaggio fino a San Andrés. E nel frattempo, dopo il ricordo di due colleghe che hanno pubblicato alcuni suoi pensieri e ricordato che il giovane era dichiaratamente omosessuale, spunta anche la pista dell’omofobia tra i possibili contesti in cui può essere avvenuto l’omicidio. Tra le ipotesi anche quella dell’omofobia o di un crimine di odio.

IL CADAVERE FATTO A PEZZI

L’uccisione di Alessandro Coatti è avvenuta il 5 aprile, giorno in cui il giovane esce dall’ostello del centro città in cui alloggiava e poi non vi fa più ritorno. Era sera, pare fosse diretto in discoteca. Secondo gli inquirenti, il 38enne è stato sequestrato subito dopo essere uscito dall’hotel, ammazzato e fatto a pezzi. Il suo corpo è stato trovato, smembrato, in quattro posti diversi. Prima, nella giornata del 6 aprile, nella zona dello stadio era stato trovato una valigia contenente la testa e le braccia avvolti in un sacco. Lunedì 7 aprile il tronco e una coscia dell’uomo nelle acque del fiume Manzanares. Martedì 8, poi, una gamba è stata trovata nella zona dello stadio dove era stata trovata la prima valigia. L’ultima gamba era lungo il fiume Manzanares, all’altezza del ponte denominato El Mayor, nella zona residenziale di Villa Alejandria.

LE IMMAGINI DI ALESSANDRO FELICE SUI SOCIAL

Le immagini di Alessandro sono tratte da un video pubblicato dal gruppo facebook di caporale Centralistas San Miguel London, un’associazione di Londra che pratica un ballo tradizionale boliviano, di cui il 38enne era appassionato. Nel video, dedicato alla famiglia di Alessandro come ricordo dei bei momenti passati con il giovane, lo si vede felice, sorridente, con gli amici di questo gruppo, in tante occasioni festose e gite. Lo si vede anche indossare un vistoso costume molto colorato in occasione delle celebrazione del Carnevale boliviano.

LE PAROLE DELL’AMBASCIATORE: TURISTI POSSONO FINIRE VITTIME DI BANDE CRIMINALI

Il Corriere della sera ha intervistato l’ambasciatore italiano a Bogotà, Giancarlo Maria Curcio, che ha spiegato che la Polizia sta lavorando per capire se il biologo, la sera del 5 aprile, si sia incontrato con qualcuno in discoteca. La zona dove alloggiava il 38enne è una zona turistica ma dice, è “anche piena di insidie: traffico di droga, prostituzione maschile e femminile. Noi, sul nostro sito e su Viaggiare Sicuri della Farnesina, raccomandiamo la massima prudenza agli italiani in vacanza: nelle discoteche, nei locali notturni, nei ristoranti, si può finire prede delle bande della scopolamina”.

L’ambasciatore spiega ancora: “Gruppi criminali che abbordano i turisti e durante la serata, di nascosto, versano nei drink questa sostanza ricavata da una pianta, che quando fa effetto ti annulla la volontà. Cioè rimani sveglio ma sei alla totale mercé di qualcun altro e scatta la rapina. Il turista viene portato al bancomat e gli fanno prelevare un sacco di soldi oppure tramite il computer lo fanno collegare alla sua banca e gli svuotano il conto e poi lo abbandonano incosciente in qualche zona remota. È successo anche con molti italiani, che il più delle volte forse per la vergogna preferiscono non denunciare. Ragazzi che siamo andati a recuperare, 24-48 ore dopo, a Bogotà”. L’ambasciatore Curcio spende due parole anche sulla possibile pista dell’omofobia, “di un crimine d’odio o di un incontro finito male. La Colombia è tollerante, c’è il matrimonio egualitario, ma certi casi non sono infrequenti: una persona trans giorni fa è stata vittima di un violentissimo agguato a Cali”.

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