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Imprese, nasce diasporabusiness.eu: una vetrina per le start up euro-africane

L'iniziativa realizzata nell'ambito del progetto 'Bite' con l'obiettivo "di promuovere l'integrazione dei migranti dell'Africa subsahariana presenti in Italia, Svezia e Grecia"

Pubblicato:14-04-2021 19:09
Ultimo aggiornamento:14-04-2021 19:09
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ROMA – Un portale per “facilitare l’incontro tra aspiranti imprenditori di origine straniera e finanziatori”: è Diasporabusiness.eu, sito che “mette in vetrina le start-up di migranti alla ricerca di un partner finanziario”. L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito del progetto Bite (Building Integration Through Entrepreneurship) con l’obiettivo, si legge in una nota, “di promuovere l’integrazione dei migranti dell’Africa subsahariana presenti in Italia, Svezia e Grecia, attraverso la valorizzazione del loro potenziale imprenditoriale”. Bite è cofinanziato dal direttorato generale per Internal Market, Industry, Entrepreneurship and Smes della Commissione europea e realizzato da Etimos Foundation in collaborazione con Fondazione Ismu, E4Impact, Comune di Milano, European Regional Framework for Cooperation (Grecia) e Integra Ab (Svezia).

Diasporabussiness.eu, specificano i responsabili del progetto, “è il punto di arrivo di un articolato percorso iniziato nel 2018 con il lancio di Bite“: al progetto hanno aderito più di 100 immigrati di origini africane che vivono in Italia (48), Grecia, e Svezia, i quali, attraverso un rigoroso programma di formazione e mentoring, hanno acquisito conoscenze, competenze, attitudini e il network necessari per poter creare, sviluppare e lanciare piccole e medie imprese di successo che abbiano un impatto sociale ed ambientale positivo.

Numerose, si evidenzia nella nota, le “idee di business, sviluppate grazie a Bite e visibili su Diasporabusiness.eu, che hanno tutte le carte in regola per essere vincenti e disponibili a ricevere un investimento”, dalla “casa di produzione discografica alla sartoria etnica, dai viaggi alla scoperta delle popolazioni locali ai ristoranti fusion, fino alla bigiotteria in avorio vegetale”.


I responsabili del progetto sottolineano che “le start-up ideate dai beneficiari di Bite vengono pubblicate su Diasporabusiness.eu solo dopo un’accurata selezione: le attività infatti devono avere una ricaduta positiva sul contesto sociale e ambientale di riferimento in modo da poter attrarre l’attenzione e i capitali dei così detti Impact Investors (investitori responsabili ed etici), ovvero di quei soggetti (banche, istituzioni finanziarie, privati investitori, family office/gestori di patrimoni familiari, filantropi), pronti a fare investimenti legati a obiettivi sociali o ambientali”.

La nota evidenzia che finora, tra i progetti imprenditoriali sviluppati grazie a Bite in Italia e visibili sul sito, “due sono stati già avviati: si tratta di Coop Diassine Agricolture, impresa che si occupa della coltivazione, lavorazione e commercializzazione di anacardi biologici dal Senegal, e di Ital Traduzioni of Prosper Nkenfack, con sede a Verona, che offre servizi di traduzione, interpretariato, traduzione giurata e legalizzazione di documenti”.

“Ma Diasporabusiness.eu non vuole essere soltanto una vetrina per gli aspiranti imprenditori provenienti dall’Africa sub-sahariana che hanno partecipato a Bite” continuano gli animatori dell’iniziativa. “Il portale è anche un’occasione per lanciare una nuova e ambiziosa sfida per il futuro: dar vita ad una piattaforma unica europea che dia visibilità a progetti di imprenditorialità inclusiva, nati nell’ambito di altri progetti europei simili a Bite”.

Una “sfida”, prosegue la nota, “che è stata oggetto di dibattito il 23 marzo, durante la conferenza ‘The Meaningful Diversity’ in cui sono stati presentati i risultati di alcuni tra i progetti più innovativi cofinanziati dall’Ue – tra cui Bite – a supporto degli imprenditori delle diaspore”. Nel comunicato si legge che “la conferenza è stata l’occasione per esplorare nuove sinergie a livello europeo con l’obiettivo di costruire un ecosistema di supporto all’imprenditoria migrante”.

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