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Sbarra (Cisl): “Smart working grande occasione, ma va regolamentato. Orlando convochi il sindacato”

"In vista del 30 aprile, data in cui scadrà la norma che consente l'utilizzo dello smart-working anche in assenza di accordo individuale"

Pubblicato:14-04-2021 15:25
Ultimo aggiornamento:14-04-2021 15:25
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ROMA – “Non esiste lavoro agile senza contrattazione. In vista del 30 aprile, data in cui scadrà la norma che consente l’utilizzo dello smart-working anche in assenza di accordo individuale, chiediamo che il gruppo di studio sul tema appena insediato dal ministro del lavoro, Orlando incontri subito il sindacato per riportare questo importante strumento nel perimetro delle relazioni industriali”. È quanto sottolinea il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, sul tema dello smart working. “È importante che dal mese di maggio i datori di lavoro privati possano continuare ad essere esonerati dall’obbligo di accordo individuale solo in presenza di un accordo collettivo aziendale che regolamenti il lavoro agile, stabilendo, tra l’altro, le modalità dell’alternanza di lavoro in azienda, le fasce orarie, orari massimi e garanzie su privacy e diritto alla disconnessione. Continuare a praticarlo senza accordo individuale né collettivo porterebbe ad aumentare le distorsioni che già snaturano il ‘lavoro in smart’, con un utilizzo continuativo da casa senza limiti di orari e di fasce di connessione; una modalità ne riduce flessibilità e potenzialità, facendolo diventare fonte di stress aggiuntivo per le persone. Uno smart working restituito alla contrattazione è invece un’opportunità formidabile per il benessere del lavoratore, per la sostenibilità ambientale, per la conciliazione vita-lavoro. Uno strumento che in questi mesi ha registrato pari utilizzo tra donne e uomini, contrariamente al part time o ai congedi, usati quasi esclusivamente dalle lavoratrici e penalizzanti sul piano retributivo e di carriera. Da questo punto di vista, dunque, il lavoro agile si pone come importante snodo per favorire la condivisione del lavoro di cura e per la Cisl è centrale non considerarlo solo una fugace necessità durante l’emergenza ma piuttosto una grande occasione, ma da ottimizzare in maniera corretta, valorizzando il ruolo della contrattazione nazionale e di secondo livello”.

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